CATANIA – Prossima al commissariamento la federazione provinciale di Sel. Lo spiega a LiveSiciliaCatania Sergio Lima, componente della segreteria regionale del partito di Vendola: “Sicuramente a Catania c’è qualcosa che non funziona, i dati delle scorse amministrative ci dicono che quello del capoluogo etneo è il più basso in Sicilia, un risultato imbarazzante”. Lima è dunque convinto che dietro all’0,82% di Sinistra per Catania, il cartello elettorale che ha messo assieme Idv, Pdci e, appunto, Sel, ci sarebbe una cattiva gestione dell’ accordo con Enzo Bianco. “É stata gestita male tutta l’intera vicenda, non siamo riusciti affatto -sottolinea- a marcare la nostra presenza in coalizione. Non vogliamo addossare tutta la responsabilità ai compagni catanesi – precisa Lima- ma, per quanto sia improprio parlare di un commissariamento, nei fatti avverrà proprio questo”.
Ha un punto di vista differente sulla faccenda Claudio Grosso, il coordinatore provinciale di Sel: “Fatte le giuste proporzioni con il voto politico di febbraio, abbiamo tenuto. Mentre, a livello politico, non abbiamo nulla da rimproverarci. Scegliendo Bianco -precisa- abbiamo fatto la cosa giusta”. Nonostante, però, l’affermazione della coalizione di centrosinistra a Catania, anche Grosso è convinto della necessità di ricostruire l’area politica della sinistra: “In fondo, in città tutta la sinistra è messa male, anche quella del Partito democratico”.
Parla, invece, di un apporto fondamentale di Sinistra per Catania nell’elezione di Enzo Bianco, Pierangelo Spadaro, il numero due di Sel nella provincia etnea: “Ha vinto al primo turno grazie a noi. Visto come sono andati i risultati al secondo turno negli altri centri, possiamo dire tranquillamente di essere stati determinanti. Per noi – chiosa- era comunque importante battere il centrodestra”. Spadaro è certo che, nonostante il risultato ottenuto di poco inferiore all’1%, un posto in giunta dovrà essere garantito a Sinistra per Catania: “La coalizione dovrà tenere conto di noi, anzi posso dire che saremo sicuramente in giunta. Ma deciderà il sindaco, noi di certo non avanziamo pretese. Non siamo come il Megafono, che ha presentato ben sei nomi. La nostra cultura politica -conclude- è differente”.
