PALERMO – Botta e risposta. Maurizio Zamparini e Pietro Lo Monaco proseguono la loro querelle tramite dichiarazioni quasi giornaliere. Anche la scorsa settimana i due si erano punzecchiati sulle scelte del mercato di riparazione, e tra ieri e oggi è andato in scena il secondo round. Ieri Zamparini dice: “Abbiamo sbagliato nel mercato di gennaio”, puro riferimento all’ex ad rosanero che puntualmente nella giornata di oggi risponde così: “Ci vuole anche linearità nei confronti della gente – dice Lo Monaco a Tuttosport -.
Il calcio deve esprimere coerenza e non mi sembra il caso del Palermo. Capisco che non è facile accettare i propri errori, ma la squadra è figlia di sbagli accumulati negli ultimi anni dalla società. Che aveva regalato tante emozioni al Palermo”. Poi la stilettata al suo ex presidente: “Per me la correttezza e la professionalità sono alla base di tutto. E in questi giorni ho letto tante cavolate, molte delle quali pronunciate da Zamparini. Capisco che gli servano giustificazioni al suo modo di operare – prosegue -, ma ne ha davvero poche. Se non passa dall’accettazione dei propri errori, non troverà mai la spinta per ripartire.
E’ soltanto colpa sua”. Lo Monaco è amareggiato, avrebbe voluto continuare la sua avventura al Palermo, ma a causa di varie incomprensioni con Zamparini, non è stato possibile: “Ci credevo molto, sì – spiega -. Sapevo che la situazione fosse critica, ad ottobre, quando arrivai. C’era una squadra composta da calciatori retrocessi la stagione prima.
C’era da ricostruire e ho l’amaro in bocca perché non sono riuscito a completare tutto”. Lo Monaco è soddisfatto del suo mercato ma ribadisce che la situazione di classifica delPalermo è davvero critica: “Ora il Palermo ha un buon organico, ma la situazione è critica. Mi auguro che si salvi per la gente di Palermo e perché la Serie A senza il Palermo è un campionato monco. Quella dei rosanero è una vicenda che mi ha lasciato una ferita, perché in 3 mesi ho ricevuto più affetto che in 9 anni di Catania. Credevo di poter patrimonializzare la società”.
