Un conflitto tra le procure di Palermo e Caltanissetta sulla gestione di Massimo Ciancimino c’è stato. Ma è stato risolto grazie all’intervento del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, e a quel vertice che per sua iniziativa si tenne il 28 aprile scorso con i pm dei due uffici giudiziari alla Direzione di via Giulia.
E’ per questo che la Prima Commissione del Csm ha chiesto al plenum all’unanimità di archiviare il fascicolo che era stato aperto sul contrasto tra le due procure. Una conclusione attesa, visto anche l’esito delle audizioni dei mesi scorsi dei protagonisti della vicenda davanti al Csm.
Grasso per primo il 17 maggio scorso parlò ai consiglieri di Palazzo dei marescialli di un’intesa che reggeva, riferendosi all’impegno delle due procure a scambiarsi gli atti, sancito in quella riunione alla Dna. I contrasti sono stati superati con quel vertice, hanno assicurato anche i procuratori di Palermo, Francesco Messineo, e di Caltanissetta, Sergio Lari, quando agli inizi di luglio sono stati ascoltati dalla Prima Commissione.
La tensione, che durava da mesi sulla gestione di Ciancimino, aveva raggiunto il suo acme quando la procura di Palermo aveva disposto il fermo del figlio di don Vito, per calunnia all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, accusa per la quale era già aperta un’indagine a Caltanissetta. Abbiamo agito in maniera affrettata perche’ temevamo che Ciancimino stesse per fuggire, ma da parte nostra non c’è mai stata nessuna volontà di compiere un’invasione di campo nell’inchiesta di Caltanisetta, ha spiegato Messineo ai consiglieri di Palazzo dei marescialli.