CATANIA – È lo snodo cruciale. Essenziale, almeno quanto le analisi scientifiche sui telefonini e le tracce biologiche che hanno dato un impulso importantissimo all’inizio. È stato depositato, e messo a disposizione delle parti, l’incidente probatorio eseguito nell’inchiesta sulla violenza sessuale di gruppo di una 13enne.
La brutale aggressione sessuale, si ricorda, risale al 30 gennaio scorso nella Villa Bellini. Un branco composto da sette persone di nazionalità egiziana, tra cui due minorenni, abusò della ragazzina, di fronte agli occhi attoniti del fidanzato, suo coetaneo. Gli stupratori lo bloccarono, impedendogli di chiedere aiuto.
Le testimonianze
L’incidente probatorio contiene le testimonianze dei due. Agli atti adesso c’è tutto. C’è la relazione medico legale che ha consentito l’audizione dei minori, ritenuti preliminarmente capaci di deporre. E ci sono le risposte dei ragazzini, che hanno ricostruito ancora una volta, forse l’ultima, quel pomeriggio di terrore.
La Procura di Catania ha già a disposizione le perizie biologiche, che furono decisive nelle ore seguenti al delitto per inchiodare i violentatori. L’incidente probatorio, da procedura, è l’atto che consente l’acquisizione di una prova. Le testimonianze, adesso, sono lì, non devono essere riproposte.
Cosa prevede la procedura
Teoricamente la vittima potrebbe rimuovere tutto. Non dovrà più essere sentita, salvo clamorose decisioni strada facendo. L’interrogatorio si è svolto con le più ampie garanzie per tutti. A porre le domande erano i gip Anna Russo e Carlo Cannella.
Nell’altra stanza, dall’altra parte di un vetro unidirezionale, c’erano gli indagati. C’erano i pm Anna Trinchillo e Carla Santocono, quest’ultima della Procura per i minorenni. C’erano i legali delle persone offese, Cecilia Puglisi (per la ragazzina) e Eleonora Baratta per il fidanzatino.
Le difese
E c’erano i difensori dei sette. Il collegio di difesa è composto dagli avvocati Gianmarco Gulizia, Michelangelo Mauceri, Alfonso Abate, Salvatore Gangi, Salvatore Cipriani, Emiliano Cinquerrui e Marisa Ventura. La deposizione, come si dice in questi casi, viene “cristallizzata”.
Dopo la trasmissione dell’incidente probatorio alla Procura, gli atti tornano ai pm titolari dell’inchiesta. La magistratura requirente ora dovrà decidere le prossime mosse.