L'odissea del passante ferroviario |Una storia lunga quattordici anni - Live Sicilia

L’odissea del passante ferroviario |Una storia lunga quattordici anni

Un anno fa le previsioni ottimistiche di Delrio, oggi c'è bisogno di correre per evitare lo stop.

PALERMO – L’opera si chiama “Raddoppio del passante ferroviario”, e il suo obiettivo è la stesa di un altro binario che colleghi la periferia Sud di Palermo con l’aeroporto di Punta Raisi. Ma dopo quattordici anni passati a progettare, appaltare, costruire e scavare, il rischio è che tutto torni al punto di partenza, o quasi. Un rischio che sembrava lontano soltanto un anno fa, quando il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio visitò il mega cantiere del passante. Il contenzioso tra Rete Ferroviaria Italiana e Sis, azienda che si è aggiudicata l’appalto dei lavori, rischia infatti di lasciare a binario singolo il tratto tra Centrale e Notarbartolo: c’è il pericolo di un nulla di fatto per un’opera da 700 milioni di euro. Tra varianti di progetto, nodi irrisolti e costi cresciuti, ecco le tappe di un’opera che avrà bisogno del massimo impegno per non finire nel grande pozzo delle incompiute siciliane.

Di raddoppio dei binari nel tratto di ferrovia che attraversa Palermo si iniziò a parlare nel 2004, quando Italferr appaltò alla cordata di imprese italo-spagnola “Consorzio Stabile Sis” i lavori per il raddoppio dei 30 chilometri di binario tra Centrale e Punta Raisi e la costruzione o l’adeguamento di otto nuove stazioni lungo la tratta. L’iter si fermò quasi subito a causa della richiesta di alcune varianti di progetto e per la mancanza di finanziamenti statali, ma a febbraio 2008 i lavori partirono ufficialmente alla presenza dell’allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Il progetto prevedeva la divisione dei lavori in tre aree: la A, tra le stazioni Centrale e Notarbartolo, in cui si sarebbe dovuta scavare una galleria sotto quella già esistente; la B, tra Notarbartolo e La Malfa, in cui oltre a stendere un’altra linea di binari si sarebbe dovuta scavare una galleria con il metodo del cut and cover, ovvero con l’apertura di un cantiere a cielo aperto; la C, fino a Punta Raisi, in cui le opere si sarebbero svolte in superficie.

I lavori furono da subito costellati da ritardi. L’inizio della tratta B era previsto per il 2011, ma i residenti della zona, temendo per l’invasività degli scavi, chiesero di interrare i lavori e realizzare la galleria con una talpa meccanica. Approvata la variante la tratta venne chiusa nel giugno del 2015 con l’intenzione di riaprirla ad aprile dell’anno successivo, ma ritardi nello scavo con la talpa “Marisol” portarono a uno slittamento di diversi mesi, fino all’annuncio, all’inizio del 2018, che la linea sarebbe stata completata entro la fine dell’estate e che dunque, tra collaudi e prove tecniche, si poteva pensare a una riapertura autunnale della linea per l’aeroporto.

Non si sa ancora, però, se l’intera linea sarà effettivamente a doppio binario. Se nei primi mesi del 2018, infatti, Rfi dichiarava che l’opera era completa all’85 per cento, rimane da risolvere comunque il problema dei sessanta metri di vicolo Bernava. Durante i lavori sulla tratta A, chiusa tra il 2010 e il 2012, si scoprì la presenza di acqua di faglia che, infiltrandosi nella galleria, rischiava di causare lo smottamento degli edifici circostanti. In un primo momento si provò con delle infiltrazioni di cemento, ma in seguito si decise di espropriare i palazzi per abbatterli. A oggi la galleria è incompleta e costituisce il nodo del contenzioso da 100 milioni di euro tra Sis e Rfi, con la prima che per la crescita eccessiva dei costi dell’opera ha invocato una clausola del codice degli appalti che permette di rinegoziare il contratto o di rescinderlo.

L’uscita di Sis dall’appalto rischia di causare il licenziamento di 261 operai e l’avvio di un’altra gara per l’affidamento dei lavori, che ritarderebbe di almeno un altro anno il completamento di una linea che, secondo i primi progetti, avrebbe dovuto essere già funzionante da un anno e mezzo. Per questo sono in corso negoziati per capire in che modo si possa riaprire prima possibile la circolazione dei treni: tra le ipotesi sul piatto in questo momento, quella che circola con più insistenza è quella che prevede il completamento del doppio binario della tratta B e di quella che procede verso l’aeroporto, con la linea tra Notarbartolo e Centrale aperta a binario singolo fino a che i lavori non verranno completati. A stabilire, però, se a completarsi sarà la Sis o un’altra azienda sarà l’esito delle trattative, il cui prossimo appuntamento è previsto per il 15 maggio.


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