CATANIA – Raffaele Lombardo mette i punti sulle i e fa chiarezza sulla posizione del Mpa venuta fuori nel vertice siciliano del centrodestra. “Di Mauro ha preso una posizione molto chiara dopo il clima di conflitti, di polemiche e anche di insulti a cui abbiamo assistito nel corso delle ultime settimane la premessa che si è voluta fare è: smettiamolo con i veti incrociati né contro Stancanelli, né contro Musumeci, né contro Miccichè, né contro Prestigiacomo (per fare quattro nomi). Sono tutte persone che possono benissimo essere scelti come candidati”, spiega l’ex presidente della Regione a Live Sicilia.
Le valutazioni sui candidati
“Non c’è dubbio che il Movimento per l’Autonomia appoggia la candidatura di Minardo, segretario della Lega partito con cui ci siamo federati, una persona perbene e molto misurata, e poi abbiamo ribadito la candidatura del tecnico: il dottore Massimo Russo che al momento fa tranquillamente il magistrato ma che in caso di una chiamata unitaria potrebbe prendere in considerazione questa cosa, è una persona che ha grande esperienza e che ha fatto l’assessore alla sanità nel mio governo: tutto qua”, dice. Poi coglie la palla al balzo per spazzare via alcuni retropensieri. “Si è voluto enfatizzare che siamo con Musumeci o altri, no dico che siamo esclusivamente schierati con Minardo come politico e con Russo (con cui ho un rapporto personale e che non ha appartenenze di partito) se si dovesse guardare a un tecnico: poi veti non ce ne sono”, ribadisce. Su tutto infine incombe la realpolitik. “Purtroppo la coincidenza della giornata del voto per le politiche e per le regionali determinata dalle dimissioni di Musumeci affida ai tavoli nazionali questa scelta”, dice.
Il patto con la Lega
Lombardo conferma la solidità del patto con la Lega che era sembrato scricchiolare nelle scorse settimane. “Abbiamo stipulato un patto federativo con la Lega il 17 dicembre del 2020 e non intendiamo farne altri né abbiamo voluto dire, abolendo i veti, che appoggiamo ad esempio Musumeci”, chiarisce. “Ho letto che ero contrario alla Prestigiacomo, le ho privatamente detto che non era così, lo vorrei dire adesso pubblicamente: nessuna contrarietà”, dice. E insiste: “Se dovessi votare io voterei Russo o Minardo, Minardo o Russo, su questo ci sono state polemiche o ricostruzioni più o meno fantasiose così tagliamo la testa al toro”, dice Lombardo.
Ecco perchè si deciderà a Roma
Poi l’amara considerazione: “Deciderà Roma”. Il perché è presto detto: la fase è cambiata. “Non ho condiviso le dimissioni di Musumeci perché nel 2012 e nel 2017 i candidati sono stati scelti nei tavoli regionali ma si votava soltanto in Sicilia, oggi le cose vanno diversamente tanto che molti alleati riferiranno a Roma e lì si deciderà ma noi il nostro contributo di chiarezza lo volevamo dare”, conclude il leader degli autonomisti.