Illustre Professore,
nel momento in cui si accinge, su incarico del Presidente della Repubblica, a formare il governo, a cui il gruppo del Movimento per l’autonomia darà il suo modesto, ma convinto contributo nell’Aula della Camera e del Senato, mi permetto di segnalarle, come Presidente di una Regione del Sud, il problema di questa difficile area del Paese, che secondo me dovrebbe trovare un posto importante nella sua agenda. In controtendenza rispetto all’atteggiamento tenuto dai governi degli ultimi anni.
Come sa, se si esclude il Capo dello Stato che ricorda sempre il permanere di un problema irrisolto all’interno della necessaria coesione nazionale, nessuno osa più pronunciare la parola Mezzogiorno. E’ come se, scusi la brutalità del linguaggio, facesse ribrezzo.
Purtroppo e’ stato inoculato negli ultimi venti anni nelle vene degli italiani un diffuso sentimento antimeridionale, che e’ diventato il pretesto utilizzato da alcuni governi per penalizzare il Sud, investendolo di slogan ed annunci, ma sottraendogli nei fatti risorse e speranza. Può essere che alla creazione dello stereotipo di un territorio non più difendibile non sia stato estraneo il comportamento di una larga parte della classe dirigente meridionale che ha commesso in questi decenni di democrazia errori grandissimi.
Voglio però sperare che da questo giudizio liquidatorio venga esclusa la società meridionale onesta, oltremodo impoverita e atterrita dalla contiguità con la criminalità organizzata, a cui paga un pesante prezzo d’immagine. Lei stesso ha affermato nei giorni scorsi che tra i tanti problemi che si pongono con forza alla Sua attenzione, c’è anche quella delle disuguaglianze diventate negli ultimi tempi insopportabili.
Se così è non può sfuggirle che la condizione in cui versa il Sud rappresenta il punto più alto delle disuguaglianze del nostro paese e dell’intera Europa. Una condizione che rende, per molti cittadini di quest’area meridionale, solo formale il riferimento all’articolo cinque della nostra Costituzione, più e più volte da più parti richiamato nell’arco di questi mesi nel ricordo dei 150 anni trascorsi dall’unità dell’Italia.
Non nego che il Mezzogiorno è oggi diventato il luogo dove sembrano concentrarsi molte cose negative, ma uno Stato che si rispetti non lascia al suo destino un pezzo di territorio, che ha contribuito con il suo lavoro a far diventare l’Italia una delle nazioni più importanti del pianeta.
Mi rendo conto che il momento attuale è il meno adatto ad affrontare temi di struttura, ma nel momento in cui si avvia a ricevere da parte del Presidente della Repubblica, l’incarico di formare un governo in grado di meritarsi la fiducia dei mercati, insieme all’augurio di buon lavoro, ho avvertito il bisogno di ricordarLe che esiste un problema Sud, che lasciato al suo destino può esplodere”.
Con stima
Raffaele Lombardo
Presidente della Regione Siciliana