PALERMO – Mentre nel Pd ci si continua a confrontare alla ricerca di un difficile accordo interno che possa aprire la strada del rimpasto, la situazione dell’Udc è sempre più quella di un partito di separati in casa. La spaccatura che si è consumata con la nascita del Crocetta bis e che vede quattro deputati (su otto) in una posizione critica verso la leadership di Gianpiero D’Alia resta tutta. Nino Dina, presidente della commissione Bilancio (con Firetto, la Rocca e Turano uno dei “dissidenti”), ha replicato ieri con una nota a Gianpiero D’Alia, che in un’intervista lo aveva inserito in un elenco di politici non “nuovi” molto vicini a Crocetta. “Ho letto la pagella che qualcuno, dall’alto della propria statura, ha voluto assegnarmi in ordine alla categoria del nuovismo – ribatte ice Dina -. Ma non sono preoccupato perché il voto riportato non è definitivo, ma legato agli umori o alle paranoie degli erogatori di patenti che sappiamo non essere stabili nel tempo. Pur tuttavia in politica ci sono altre categorie, stabili nella loro essenza, quali il senso di responsabilità, la linearità dei comportamenti, il rispetto delle regole. Forse il caldo agostano ha generato sicuramente un po’ di confusione, soprattutto in chi agisce da solo senza coinvolgere la base e gli organi di partito”.
Parole che danno la misura dell’alta tensione che rimane dentro un partito ormai diviso a metà. Una situazione che difficilmente potrà protrarsi a lungo e che potrebbe esplodere in caso di rimpasto. In quella circostanza, infatti, i quattro deputati sono pronti a chiedere una revisione della delegazione dell’Udc in giunta (oggi composta da Nico Torrisi e Patrizia Valenti, scelte che provocarono la spaccatura).
