L'urlo dei sindaci siciliani giunti fino a Roma: "Dignità"

L’urlo dei sindaci siciliani giunti fino a Roma: “Dignità”

Oltre seicento fasce tricolori provenienti da tutta Italia
L'ANCI IN PIAZZA
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PALERMO – “Oggi siamo in piazza per chiedere dignità per i sindaci e servizi sempre più efficienti per i cittadini. I sindaci sono responsabili delle amministrazioni comunali e componenti della Repubblica insieme alle Regioni e allo Stato e non possono essere destinatari di un contributo ogni tanto”. Lo afferma Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, che ha aderito, in rappresentanza dei Comuni siciliani, alla manifestazione, promossa dall’Anci, a Roma, che ha visto la partecipazione di più di 600 sindaci provenienti da tutta Italia, giunti nella capitale per condividere una serie di proposte normative da presentare al Governo e al Parlamento.

“Non chiediamo impunità ma che si applichi in maniera rigorosa il principio di responsabilità personale e individuale e di non essere chiamati a rispondere per responsabilità di altre istituzioni”, aggiunge. “Insieme a tutti i sindaci d’Italia dichiariamo il fallimento del federalismo fiscale e chiediamo che si torni alla finanza derivata – continua Orlando – occorre che lo Stato si faccia carico soprattutto di realtà come la Sicilia, dove ci sono comuni sovraindebitati ma anche comuni sovraccreditati, a causa della mancata attuazione del federalismo fiscale. I comuni siciliani, infatti, in conseguenza dell’abbandono della finanza derivata e dell’impossibilità di usufruire del sistema di compensazione, dettato dai livelli essenziali di prestazione, previsti dal federalismo fiscale e, ciò che è ancora più grave, del cattivo funzionamento del servizio di riscossione che faceva capo alla Regione Siciliana, si ritrovano ad incassare l’1,8 % dei crediti esigibili”.

“E’ necessario, quindi, un intervento normativo, che alleggerisca i vincoli nell’applicazione delle regole legate al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), al Fondo di garanzia per i debiti commerciali (Fgdc), al nuovo Canone Unico Patrimoniale – aggiunge il presidente Orlando – che ci permetta di fare una cessione del credito allo Stato e ci dia la possibilità di approvare i Bilanci di Previsione entro i termini di legge, permettendoci di amministrare garantendo i servizi ai nostri cittadini. I Comuni siciliani sono pronti a cedere allo Stato, senza alcun compenso, tutti i crediti fiscali accertati dai Comuni e non accertati da Agente di Riscossione regionale e statale con il fine di evitare l’assurdo accantonamento disposto da leggi dello Stato con risorse sottratte ai servizi essenziali per i cittadini”.


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