CATANIA – E’ arrivato di buon mattino il reliquiario di don Giovanni Bosco in Cattedrale. Alle ore 8.00, infatti, i resti del popolare santo torinese, fondatore della compagnia salesiana, sono stati posti sul transetto della basilica dedicata a sant’Agata. Un momento che rientra nel fitto programma di eventi che sta scandendo la presenza della spoglie santo in Sicilia. La tappa di oggi coinvolgeva i più piccoli. Sono stati appunto i migliaia gli studenti delle scuole catanesi ad accorrere per una preghiera d’intercessione toccando la teca di vetro che custodisce il braccio destro di don Bosco.
Un momento tanto festoso quanto rumoroso, che fa da contraltare al primo vero freddo autunnale che ha colpito stamani la città di Catania. Un evento che fa da sponda con il calore che può ancora oggi irradiare l’esempio di un santo passato alla storia per il grande senso di carità in favore dei più giovani. Raccoglie le attese di questa giornata monsignor Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale: “Credo che possiamo attingere dall’esperienza liturgica la luce che accompagna quest’incontro. Nella preghiera di colletta recitata durante la ricorrenza di san Giovanni Bosco, si chiede al Signore la stessa fiamma di carità che Don Bosco ha avuto nel suo cuore per dedicarsi ai giovani. Io credo – continua il prelato – che baciando le sue reliquie dobbiamo chiedere la grazia di essere dei buoni educatori. Per esserlo – aggiunge Scionti – non basta la buona volontà, ma anche la luce di Dio e la fiamma del suo amore. Un amore vero – sottolinea – non dettato dall’esperienza umana, il quale lascia il tempo che trova, ma dalla volontà divinità”.
Sul portone della Cattedrale è stato issato uno striscione che raffigura assieme sant’Agata, san Giovanni Bosco e il beato Dusmet. Il motivo di tale opzione scenografica lo spiega a LiveSicilia lo stesso parroco: “É bello sentirsi in compagnia dei santi. Tra don Bosco è Dusmet c’era un rapporto di ministero. So – riferisce Scionti – che c’era una corrispondenza tra i due. Anzi, attendo di poterla leggere. Da quello che mi risulta, Dusmet aveva chiesto al santo torinese di aprire qui della case di preghiera. Sarebbe bello – aggiunge – riscoprire questa amicizia tra santi. Per la nostra chiesa di Catania, poi, Agata è la patrona, è colei che ci tiene tutti insieme. Sotto il suo sguardo viviamo la santità. L’ha vissuta così Dusmet e siamo chiamati a viverla oggi pure noi. Loro tre – continua – ci invitano ad un sano spirito di servizio per gli altri. E Tutti e tre in modo del tutto particolare: l’uno nel ministero per i poveri, l’altro in favore dei ragazzi e Agata – conclude – nella sofferenza”.