Giallo per le strade di Bagheria | Aggredito il fratello di un pentito - Live Sicilia

Giallo per le strade di Bagheria | Aggredito il fratello di un pentito

Il pentito di Bagheria, Benito Morsicato

Si tratta di Francesco Morsicato, fratello di Benito, soldato della famiglia mafiosa di Bagheria. È una strana storia difficile da decifrare anche per via del silenzio degli investigatori.

PALERMO – È stata un’intimidazione per zittire il fratello pentito? Attorno a questo interrogativo ruotano le indagini sull’aggressione subita da Francesco Morsicato, fratello di Benito, soldato della famiglia mafiosa di Bagheria che un anno fa ha deciso di interrompere sul nascere la sua carriera criminale.

È una strana storia difficile da decifrare anche per via del silenzio degli investigatori. Tre persone, che la vittima evidentemente conosceva, gli hanno dato appuntamento in una strada del popoloso centro alle porte di Palermo. Una volta giunti sul luogo prestabilito lo avrebbero aggredito, accompagnando le botte con riferimenti al fratello collaboratore di giustizia. Almeno così sembrerebbe. Morsicato, che ha preferito defilarsi quando gli è stato proposta la protezione prevista per i parenti dei collaboratori, non ha riportato ferite gravi, salvo poi – ma non c’è certezza sul nesso di casualità – l’insorgere di altri problemi di salute. Potrebbe essersi trattato di una questione personale che qualcuno ha deciso di risolvere con le cattive oppure è stato davvero un messaggio trasversale indirizzato al fratello, la cui collaborazione serve a puntellare il racconto di altri pentiti del clan con un maggiore spessore criminale.

Morsicato, 35 anni, studiava da mafioso. Ed era sulla “buona strada”. Quando bisognava intimidire un commerciante lui non si tirava indietro. Era finito in carcere nel giugno del 2014 nel corso del blitz dei carabinieri che azzerò il potente mandamento in provincia di Palermo. Pochi giorni dopo disse di volere saltare il fosso. Da qui il trasferimento in una località protetta. Nella scala delle gerarchie prima c’era Nicola Greco, il presunto capo, poi il braccio destro Giuseppe Di Fiore e il capo decina Giorgio Provenzano agli ordini del quale operavano una schiera di picciotti emergenti, fra cui Morsicato. Autista del Coinres, il consorzio per la gestione dei rifiuti presso il quale lavora anche il fratello, lo sorpresero mentre rubava il gasolio dai mezzi dell’azienda. Qualche mese più tardi era già un uomo del racket delle estorsioni. Morsicato si metteva subito a disposizione per i danneggiamenti.

Ed aveva acquisito una certa dimestichezza, tanto da spiegare quale fosse il suo metodo di lavoro: “Un bidoncino da venti… lo rovesci per terra… lo fai svuotare tutto e cosi succede il vìva Maria… perché qua come vai con un litro non fai niente… qua minimo devi rovesciargli il bidone di venti litri per terra…”. Il suo pentimento ha dato fastidio in una fetta di territorio dove i clan mafiosi sono stati decimati dagli arresti. Qualcuno può essersi spinto ad un faccia a faccia con il fratello per intimidirlo oppure c’è altro da scoprire?


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