Mafia, ambulanze e servizi funebri: le condanne e i nomi

Mafia, ambulanze e servizi funebri: le condanne e i nomi

Sotto processo gli affiliati alla famiglia mafiosa di Misilmeri

PALERMO – Tre condanne per mafia ed estorsione. Sotto processo altrettanti affiliati alla famiglia mafiosa di Misilmeri.

Queste le pene decise dalla quarta sezione della Corte di appello di Palermo: Salvatore Baiamonte 10 anni e 4 mesi (in primo grado erano stati 11 anni e 8 mesi), Alessandro Ravesi 17 anni in continuazione con una precedente condanna (12 anni e 4 mesi per questo processo), Cosimo Michele Sciarabba 13 anni e 4 mesi (confermata).

Cosimo Michele Sciarabba aveva finito di scontare una condanna per mafia. Appena ha messo piede fuori dal carcere, nel 2019, i carabinieri hanno iniziato a monitorarlo. Nel 2022 il nuovo arresto.

Venne fuori l’esistenza di un reticolo di onlus per mettere le mani sul trasporto dei malati con le ambulanze private e sui servizi funebri. Facevano dei turni davanti all’ospedale Civico per tentare di convincere i parenti dei defunti ad affidarsi a loro.

Confermate le provvisionali immediatamente esecutive a due piccoli imprenditori che hanno denunciato gli esattori del racket e si sono costituiti parte civile. Al loro fianco Addiopizzo che li ha accompagnati e supportati sin dal primo momento, Salvatore Caradonna e Serena Romano. Uno è un imprenditore edile, l’altro è il titolare di un supermercato.

“Grazie alle denunce, in poco tempo investigatori e magistrati hanno ricostruito gli episodi estorsivi perpetrati da chi faceva parte della famiglia mafiosa di Misilmeri – spiega Addiopizzo in una nota -. Una vicenda che dimostra, ove ce ne fosse di bisogno, come esistono le condizioni per denunciare in sicurezza e affrancarsi dal fenomeno estorsivo anche nella provincia di Palermo, dove il controllo del territorio di Cosa nostra resta più serrato di quanto possa registrarsi oramai in alcune aree della città”.

“Quello che appare chiaro anche da questa storia e che ci interessa ribadirlo – proseguono dal comitato – è che chi paga per paura riesce a trovare anche dopo tanto tempo una strada per dire basta e affrancarsi dai condizionamenti mafiosi.

Oggi però la maggior parte degli operatori economici che paga le estorsioni compie tale scelta non per paura ma per connivenza e convenienza. E su questo è oramai non più rinviabile un aggiornamento dell’analisi e della narrazione sul fenomeno che non è più quello di venti anni fa e che vede la maggioranza di chi paga il pizzo ricercare, più che subire, la “messa a posto”.

Gli imputati dovranno anche risarcire i danni alle altre parti civili: Solidari (avvocato Maria Luisa Martorana), Sos impresa (avvocato Fausto Amato), Sportello di solidarietà (avvocato Salvatore Forello), Federazione antiracket (avvocato Valerio D’Antoni), Comune di Misilmeri (avvocatplo Ettore Barcellona), Centro Pio La Torre e Fondazione Falcone (avvocato Francesco Cutraro), Confesercenti (avvocato Gaetano Fabio Lanfranca).


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