Il blitz antimafia ingolfa la giustizia | Processi rinviati a settembre - Live Sicilia

Il blitz antimafia ingolfa la giustizia | Processi rinviati a settembre

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Tutti i procedimenti che non riguardano detenuti, in carcere o ai domiciliari, sono rinviati a settembre. È la "conseguenza" del blitz Apocalisse che ha azzerato i mandamenti di Resuttana e San Lorenzo. La circolare del presidente del Tribunale del Riesame di Palermo scatena subito la reazione degli avvocati. Dichiarato lo stato di agitazione.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Pochi giudici, una valanga di arresti per mafia e Tribunale del Riesame ingolfato. Risultato: tutti i procedimenti che non riguardano detenuti, in carcere o ai domiciliari, sono rinviati a settembre.

La circolare del presidente del Tribunale del Riesame di Palermo scatena subito la reazione degli avvocati. La Camera penale “G. Bellavista” ha dichiarato lo stato di agitazione, chiedendo, “vista la palese violazione dei diritti dei cittadini a essere giudicati in modo celere, la immediata revoca di tale decisione”.

Il 23 giugno scorso il blitz Apocalisse ha portato in carcere 91 persone considerate affiliate ai mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Inevitabile la valanga di ricorsi degli avvocati difensori al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento o la modifica della misura cautelare. Entro dieci giorni dalla ricezione degli atti il Riesame fissa l’udienza, ascolta le parti e decide. Se non vengono rispettati i tempi la misura restrittiva perde efficacia.

Insomma, per evitare il “liberi tutti”, senza neppure entrare nel merito, il presidente del Riesame, Giacomo Montalbano, è stato costretto a correre ai ripari. Tour de force per valutare in tempo la posizione degli indagati dell’operazione Apocalisse e rinvio a dopo la pausa estiva per tutti gli altri. A cominciare da chi ha un obbligo di vivere in città o, al contrario, è sottoposto al divieto di dimora.

Apriti cielo. I penalisti non ci stanno: “L’iniziativa giudiziaria che è stata intrapresa ha natura prettamente burocratica e viola i diritti delle persone la cui libertà è stata limitata da misure coercitive diverse dalla detenzione che vengono impugnate proprio per la loro ritenuta e convinta ingiustizia. La decisione purtroppo non sorprende perché logica conseguenza di un mutamento genetico delle funzioni del Tribunale della Libertà che già era stato istituito in costanza della vigenza del vecchio codice Rocco e rappresentava un argine giurisdizionale al potere di emanazione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale dei cittadini”.


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