Mafia, condanne e assoluzioni | C'è pure il boss che doveva morire - Live Sicilia

Mafia, condanne e assoluzioni | C’è pure il boss che doveva morire

Carmelo Bartolone

Reset 2. Quattordici anni a Carmelo Bartolone. All'interno tutti i nomi e le pene inflitte.

PALERMO – Carmelo Bartolone era un morto che camminava. Lo sapevano tutti a Bagheria. E così si presentò al pronto soccorso, dicendo di sentirsi male. L’arresto gli ha salvato la vita.

Bartolone, che del mandamento di Bagheria sarebbe stato un pezzo grosso, è stato condannato a 14 anni di carcere per estorsione. Lo stesso reato veniva contestato a Luigi Di Salvo (8 anni) e Alessandro Vega (3 anni e sei mesi). La pena più alta, 18 anni, è stata inflitta a Pietro Flamia, l’unico in questo troncone del processo a cui veniva contestata l’associazione mafiosa. Assolti Gioacchino Di Bella, Rosario La Mantia e Antonino Lepre. 

La sera del 10 settembre del 2015 Bartolone arrivò all’ospedale Civico di Palermo. La lombosciatalgia di cui disse di soffrire era un pretesto per chiudere la sua breve latitanza, iniziata pochi mesi prima quando i carabinieri scoprirono che si era allontanato da casa. Bartolone era sottoposto alla sorveglianza speciale dopo avere finito di scontare sette anni e mezzo di carcere per mafia. Era uno dei fiancheggiatori di Bernardo Provenzano, condannato al processo “Grande mandamento”. Bartolone si era dato alla macchia per evitare i proiettili. Forse per via di alcuni investimenti sbagliati fatti con i soldi del clan. 

 


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