Fermo posta cocaina | Gli scatti dello scambio di droga - Live Sicilia

Fermo posta cocaina | Gli scatti dello scambio di droga

Fermo posta cocaina, gli scatti dello scambio di droga

Le manovre del clan della Noce per sbarazzarsi di una grossa partita di droga di pessima qualità. La roba finì a Gela dove si è costituito Croficisso Di Gennaro. E' il settimo arrestato del blitz della squadra Mobile di Palermo. Negli scatti fotografici lo scambio della cocaina in un negozio di via Re Federico.

PALERMO – La droga era di pessima qualità. Bisognava sbarazzarsene al più presto. Anche perché nell’affare c’era pure la parte di Gianni Nicchi che, nel settembre 2009, era ancora latitante. Il blitz che ha portato in carcere Renzo Lo Nigro, indicato come il nuovo capo del clan mafioso della Noce, svela i retroscena di un grosso traffico di cocaina. Proprio dalla droga, sulla base delle indagini coordinate dai pubblici ministeri Francesco del Bene, Gianluca De Leo e Lia Sava, arriverebbero i soldi necessari per tenere in piedi il clan.

L’attività investigativa della Squadra mobile è partita dai fratelli Tommaso e Felisiano Tognetti, coinvolti nel blitz dello scorso ottobre, e considerati referenti per la droga della famiglia mafiosa del rione Malaspina. La cocaina veniva venduta a 55-60 euro al grammo. Quella buona, però. Non come quella partita di cui Felisiano Tognetti e Giuseppe Bonura volevano sbarazzarsi in fretta. Bonura: “… aspetta ti dico il porro però, il figlio di Mimmo… telefonate questo, quello…, se ne sono andati a Terrasini, scende da Terrasini… va a Ballarò… vai qua, vai là, cioè, onestamente tu dici: ‘Prendila, prendila tu….!” Mi senti..? No, Vicè fa: questa prendila tu… voglio sapere chi mi doveva dire a me che era immondizia…”.

Era meglio accontentarsi e abbassare il prezzo pur di non rovinarsi la reputazione. Tognetti: “… la doveva scendere a cinquantacinque, c’è qualcuno che mi può dire che ‘la rossa’ a cinquantacinque è cara?… gliela sto regalando… è undicimila euro… c’è chi a sessanta, c’è chi a cinquantacinque e andiamo avanti, raccogliamo. Però qua la stiamo scafazzando”. Bonura: “Non è che attummuliamo Felisia…?!… poi ieri sera ho parlato con uno, che questo dice: sono diventati 51, dice, qua alla Cala a forza di immischiarla e ricombinata ‘pitipum pitipum pitipum’… quello mi ha detto: ormai di Cocaina… anzi ti consiglio pure a te… vedi di annaghiarla”.

Una soluzione poteva essere quella suggerita da Bonura: “Immischiarla tutta… perché il lavoro giusto sarebbe questo, però se poi non se la prende poi che succede, come fai a capirlo il tipo?”. Oppure si poteva raggirare qualcuno. Quel qualcuno sarebbe stato Crocifisso Di Gennaro. È il settimo arrestato dell’operazione della polizia. Si è consegnato nel pomeriggio a Gela, sua città d’origine. Uno di cui Bonura diceva “dobbiamo andare là, perché solo quello ci può salvare, e basta”. E così a Di Gennaro che voleva una partita di roba (“Senti una cosa, una cortesia… siccome devo regalare… uno scarabeo 200. Vedi che prezzo c’è lì… per uno scarabeo 200… , in ottimo stato però parliamo…”) sarebbe stata rifilata la cocaina di pessima qualità. Di Gennaro non aveva fatto fatica ad accorgersene e ne aveva parlano con Bonura: “Scusa, io neanche l’ho provata la moto, mi hai detto tu che andava bene io l’ho conservata in garage, ieri mattina l’ho fatta provare al meccanico… mi ha detto valla a buttare perché è uguale, identica a quella precedente”.

Un altro soggetto coinvolto nel traffico di stupefacenti sarebbe Alessandro Longo, immortalato da una sequenza di foto scattate nel negozio Eurcoarta di via Re Federico. È qui che nel settembre 2009 era stato fotografato prima Giuseppe Bonura che faceva ingresso nel locale con una borsa di colore celeste. La stessa borsa che Longo teneva in mano all’uscita. Dentro, secondo l’accusa, ci sarebbe stata una partita di droga.

 


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