Palermo, mafia e pizzo: una stangata e un'assoluzione

Mafia e pizzo, stesso processo esito diverso: una stangata e un’assoluzione

Gli imputati coinvolti in un blitz a San Lorenzo

PALERMO – Una condanna pesantissima e un’assoluzione. Il tribunale presieduto da Donatella Puleo ha inflitto sedici anni di carcere ad Andrea Gioè. Scagionato Andrea Bruno.

Erano imputati per mafia ed estorsione. Entrambi furono arrestati nel blitz denominato “Teneo” che nel 2020 ricostruì il ritorno al potere del capomafia di San Lorenzo Giulio Caporrimo. I due imputati avevano scelto il rito ordinario a differenza di tutti gli altri giudicati in abbreviato.

I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale fecero luce su una raffica di estorsioni. L’accusa in giudizio era rappresentata dal pubblico ministero Giovanni Antoci, che è al termine della requisitoria aveva chiesto l’assoluzione di Bruno.

Gioè era considerato il referente per il quartiere Sferracavallo, Bruno (difeso dall’avvocato Jimmy D’Azzò) del rione Marinella. Entrambi hanno precedenti per mafia. I difensori del condannato preannunciano ricorso in appello.

L’imputato dovrà risarcire le parti civili: Centro studi Pio La Torre, Solidaria, Confcommercio, Sicindustria, Confesercenti, Sos impresa, Federazione Italiana antiracket.


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