Mafia e rifiuti, inchiesta chiusa |Notificati avvisi a 18 indagati - Live Sicilia

Mafia e rifiuti, inchiesta chiusa |Notificati avvisi a 18 indagati

Tra gli indagati dell'inchiesta pubblici ufficiali ed imprenditori.

L'operazione Gorgoni
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CATANIA. Indagini chiuse per la maxi inchiesta, denominata Gorgoni, sulle infiltrazioni mafiose nella gestione del servizio di igiene urbana nei comuni di Aci Catena, Trecastagni e Misterbianco. I sostituti procuratori della Dda di Catania, Antonella Barrera e Barbara Laudani, hanno disposto la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari per i 18 indagati. Sei i capi di imputazione contestati. Di ben quattro dovrà rispondere Vincenzo Guglielmino, amministratore della E.F. Servizi Ecologici Srl e volto imprenditoriale del clan Cappello. Al 64enne la Procura contesta di aver fatto parte dell’associazione mafiosa dei Cappello, finanziandola con i proventi degli appalti, due episodi corruttivi e la turbativa d’asta.

Grazie alla complicità di alcuni funzionari comunali l’azienda di Guglielmino si sarebbe aggiudicata l’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti nei comuni di Trecastagni e Misterbianco. Indagati per concorso in corruzione e turbativa d’asta anche Domenico Nicola Orazio Sgarlato, capo settore area Lavori Pubblici e Manutenzione del Comune di Trecastagni, Gabriele Antonio Maria Astuto, funzionario nello stesso ente, Angelo Piana e Alessandro Mauceri, imprenditori. Sarebbe stato lo stesso Guglielmino a fornire le indicazioni tecniche da inserire nel bando di gara, tra cui il numero di abitanti, compreso tra gli 11mila ed i 20mila, e la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere, pari al 35%. Piana e Mauceri avrebbero ricevuto da Guglielmino, quale controprestazione, l’assunzione alla E.F. Servizi Ecologici, mentre Sgarlato l’avrebbe ottenuta per il figlio. La contropartita per Astuto, invece, sarebbe stata la corresponsione di 3mila euro ogni volta che all’azienda di Guglielmino venivano liquidati importi superiori a 49mila euro. Non solo. Sgarlato, Piana e Mauceri, vittime di azioni intimidatorie, avrebbero ottenuto inoltre, tramite l’intermediazione di Guglielmino, la protezione di Massimiliano Salvo, reggente del clan Cappello. Contestata anche l’aggravante dell’aver agevolato la cosca mafiosa.

Indagato per corruzione anche Orazio Condorelli, dirigente del settore Ecologia del comune di Misterbianco fino al dicembre 2014. Per la Procura di Catania avrebbe ricevuto da Vincenzo Guglielmino, titolare prima della Meridiana Sas e poi della E.F. Servizi Ecologici, svariate somme di denaro, tra i 20mila ed i 25mila euro mensili,  per l’affidamento del servizio di igiene urbana a Misterbianco tra il 2004 ed il 2015. In un’occasione avrebbe anche affidato il servizio alla E.F. Servizi Ecologici pur in assenza della necessaria certificazione antimafia.

Coinvolti nell’inchiesta, con l’accusa di corruzione, anche l’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano ed il giornalista Salvo Cutuli. Per l’accusa l’ex primo cittadino catenoto, con l’intermediazione di Cutuli, avrebbe accettato da Rodolfo Briganti, rappresentante legale della Senesi spa, società aggiudicataria del servizio di raccolta dei rifiuti ad Aci Catena, somme di denaro quale contributo per la campagna elettorale alle regionali e l’assunzione di alcuni lavoratori presso la stessa azienda, in cambio dell’annullamento delle sanzioni elevate dal comune alla ditta. Annullamento poi di fatto mai compiuto.

Sono accusati di aver fatto parte del clan Cappello, oltre a Guglielmino, Salvatore Carambia, Pietro Garozzo, Giuseppe Grasso, Vincenzo Papaserio, Fabio Santoro, Luca Santoro, Raffaele Scalia e Davide Agatino Scuderi. Indagato sempre per associazione mafiosa anche Lucio Pappalardo, referente per l’accusa del clan Laudani ad Aci Catena. I Laudani si sarebbero contesi con i Cappello l’appalto del servizio di igiene urbana nel comune catenoto.

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