Mafia, Cavallaro e Magrì in cella |ma cade l'accusa per estorsione - Live Sicilia

Mafia, Cavallaro e Magrì in cella |ma cade l’accusa per estorsione

Il Tribunale del riesame ha confermato l'ordinanza per l'accusa di partecipazione mafiosa. Accolto parzialmente, dunque, il ricorso del difensore Francesco Maria Marchese.

Fermati dai carabinieri il 12 gennaio
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CATANIA – Giovanni Cavallaro e Francesco Magrì sono due dei nomi finiti in manette nel provvedimento di fermo eseguito dai Carabinieri lo scorso 12 gennaio. Un’operazione importante perchè scaturita dalle dichiarazioni dei due nuovi collaboratori di giustizia Fabrizio Nizza, uomo d’onore dei Santapaola e il luogotenente Davide Semimara, che aveva chiuso il filone investigativo scattato con il sequestro del maxi arsenale a Librino lo scorso 20 settembre.

I due erano accusati di associazione mafiosa, ma anche di estorsione ai danni di un imprenditore. Questa seconda accusa sarebbe caduta davanti al Tribunale del Riesame di Catania. Il collegio giudicante presieduto da Gabriella Larato ha parzialmente, infatti,  accolto la richiesta avanzata dal difensore dei due, l’avvocato Francesco Maria Marchese che aveva presentato ricorso all’ordinanza del Gip Cosentino, che aveva convalidato il fermo ed emesso la misura cautelare nei confronti di Magrì e Cavallaro.

“Il Tribunale del Riesame – dichiara l’avvocato Marchese in una nota inviata in redazione –  ha annullato l’ordinanza limitatamente alla accusa di estorsione, confermando la stessa unicamente per l’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa”.


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