PALERMO – È la storia di una lottizzazione su cui la mafia mise le mani quella ricostruita dal neo pentito Andrea Lombardo. Una lottizzazione “nei pressi del campo sportivo di Altavilla Milicia nel periodo del passaggio dalla lira all’euro”.
Il terreno “fu acquistato da Ottavio Marrobbio, che era protetto da Francesco Zarcone” e poi dato in permuta a due costruttori. Costruttori che tempo fa hanno denunciato gli uomini del pizzo. Hanno pagato la protezione dei boss in provincia, ma anche quando erano stati chiamati a ristrutturare un palazzo in via Maqueda.
Delle mediazioni per le compravendite delle villette “si occupava Vincenzo Urso”, zio dell’omonimo Urso assassinato nel 2009. Un delitto sui cui Andrea Lombardo sta svelando i retroscena. “Oltre all’importo della mediazione – racconta l’aspirante pentito in un recente verbale – l’imprenditore doveva pagare l’estorsione per ogni singola villetta”.
Chi è Vincenzo Urso? In un passaggio del verbale Lombardo racconta che lo convocarono nell’agenzia immobiliare e lo denudarono per richiamarlo all’ordine. Poi, aggiunge: “Dopo l’arresto di Onofrio Morreale, Urso Vincenzo ha operato per conto di Scaduto Giuseppe di Bagheria, di cui aveva tutti gli affari economici”.
Pino Scaduto è stato il capo del mandamento mafioso: “So che Scaduto aveva diverse proprietà intestate a terzi che Urso aveva cercato di vendere”. Infine Lombardo racconta che “Antonino Zarcone (oggi pure lui collaboratore di giustizia, ndr) mi disse che Urso avrebbe voluto acquistare degli immobili all’asta, già di proprietà di Scaduto”. Si rivolsero a “un notaio di Petralia Sottana” per “avere delle informazioni”, ma “sconosco l’esito dell’asta giudiziaria”. Adesso i carabinieri sono tornati a lavorare su circostanze che in parte conoscevano.