Mafia, ritiro, questione morale: le ultime parole della campagna - Live Sicilia

Mafia, ritiro, questione morale: le ultime parole della campagna

Palermo è proiettata verso il voto.
PALERMO 2022
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Le ultime parole della campagna elettorale di Palermo, tra dichiarazioni e feste di chiusura, riecheggiano i temi caldi tra cronaca e politica che lasciano grande spazio mediatico agli arresti dei candidati consiglieri del centrodestra. Gli arresti dei due candidati al consiglio comunale Pietro Polizzi (Fi) e Francesco Lombardo (FdI) per il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla sono due vicende analoghe dove “purtroppo è la politica cerca la mafia è non il contrario. Credo che sia un orrore e bene ha fatto la magistratura a intervenire”, ha aggiunto Lagalla a margine della chiusura della sua campagna elettorale. Poi un affondo su Twitter: “Il Pd chiede il mio ritiro? Un ossimoro politico. Singolare che chi si definisce democratico voglia impedire al proprio avversario politico di confrontarsi col voto, la più alta espressione di democrazia del nostro Paese. Ancora una volta, due pesi e due misure”.

“Dopo Polizzi di Forza Italia arrestato per voto di scambio Francesco Lombardo, candidato di Fratelli d’Italia – scrive sui social il candidato sindaco dei progressisti, Franco Miceli -. Dopo aver aperto le porte a Dell’Utri e Cuffaro questa è solo la logica conseguenza. Come può parlare di rifiuti mentre i suoi prendono accordi con i boss? Come può parlare di infrastrutture mentre i suoi candidati prendono impegni con la mafia? Per ora ne hanno arrestati due, e vedendo la logica spartitoria che ha usato con gli assessori mi chiedo: sono gli stessi uomini a cui avrebbe assegnato posti nelle aziende partecipate? Lagalla salvaguardi la sua storia, ritiri la sua candidatura”.

“Noi sappiamo da che parte stare. Noi stiamo dalla parte della legalità, della giustizia. Non ci piace squalificare gli avversari sulla base di incidenti giudiziari, ma abbiamo detto con molta chiarezza che l’iniziativa politica che noi stiamo perseguendo ha una base fondante che è quella dei beni comuni contro Cosa nostra”. queste le parole del candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da Azione e + Europa, nel pomeriggio, nel cuore del mercato della Vucciria, a Palermo, in occasione della manifestazione di chiusura della sua campagna elettorale.

“Esiste una questione morale grande quanto un macigno a Palermo. Due candidati sostenitori di Lagalla arrestati per voto di scambio politico-mafioso sono un po’ troppi. A questo punto però non basta fare del moralismo e dire ‘loro sono mafiosi noi no’. No! Qua il problema è un altro: 200 anni di colonialismo italiano hanno creato solo quartieri ghetto, dove la delinquenza regna indisturbata. I partiti italiani hanno negato alla Sicilia lo sviluppo che le spetta, tutti. Lo Stato italiano è connivente con questo sistema da sempre e tutti i partiti, e quindi tutti i candidati sindaco (nulla di personale) sono oggettivamente interni a questo sistema che incatena la Sicilia”. Così il candidato a sindaco di Palermo Ciro Lomonte.

“Un secondo arresto nelle liste del centrodestra è un pessimo segnale che purtroppo conferma appieno i timori di ingerenze mafiose nel voto per il sindaco ed il Consiglio comunale di Palermo – ha detto la candidata a sindaco della lista Rinascita Palermo, Francesca Donato -. La scelta dei candidati di lista non può trascurare il vaglio accurato del profilo etico e morale della persona. Se questa attenzione viene meno per la foga di accaparrarsi soggetti capaci di portare voti ad ogni costo, il risultato è che si consegna l’amministrazione della città a individui potenzialmente pericolosi”.

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