Mafia, Santapaola e Cappello |Il potere dei clan fuori da Catania - Live Sicilia

Mafia, Santapaola e Cappello |Il potere dei clan fuori da Catania

Nitto Santapaola e Turi Cappello

Ecco cosa emerge dalla relazione della Dna.

CATANIA- La mafia catanese ha delle peculiarità diverse rispetto al crimine organizzato delle altre province siciliane. Un dato che viene evidenziato nell’ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia che fotografa gli assetti di Cosa nostra catanese. “Le cosche mafiose particolarmente agguerrite sono ben più di due e, quindi, a parte la storica contrapposizione tra la “famiglia” catanese di Cosa Nostra facente capo a “Nitto” Santapaola e quella dei Cappello (il capo bastone è “Turi” Cappello, ndr) vi sono vari altri forti sodalizi mafiosi, di volta in volta alleati o contrapposti, secondo le convenienze contingenti, all’uno o all’altro dei due clan principali”. Sono lontani i tempi dei 100 morti ammazzati sulle strade catanesi ma le contrapposizioni (anche delle frange interne) sono ancora vive. La Dna mette in evidenza l’acredine nel rapporto “tra la ‘famiglia’ catanese e quella calatina”. Gli uomini di Ciccio La Rocca a Caltagirone e i Santapaoliani a Catania vivevano “un’ostilità non dichiarata esplicitamente ma sfociata in omicidi e atti di aggressione la cui matrice doveva rimanere occulta”, scrivono i magistrati della Dna.

Il potere dei Santapaola- Ercolano valica i confini territoriali della città metropolitana di Catania, la famiglia infatti ha “ramificazioni anche a Siracusa”. Un’alleanza con i siracusani che parte dalla vicina Lentini. Il processo Kronos, che ha portato all’arresto della nuova cupola catanese, “ha confermato – si legge nella relazione della Dna – gli stretti legami esistenti tra il clan Santapaola-Ercolano e il clan mafioso di Lentini che ha come capo indiscusso Sebastiano Nardo.

Nel territorio aretuseo però “si sta infiltrando anche il clan Cappello”, scrive la Dna. Un dato che fa comprendere come la famiglia Santapaola-Ercolano, che continua ad essere il clan egemone di Catania, colpita da diverse azioni di polizia giudiziaria abbia dato nei momenti di disequilibrio spazio al clan rivale (o alleato in alcuni periodi) di farsi strada in una terra dove hanno sempre governato i Santapaola Ercolano. L’affare principale è rimasto il traffico di stupefacenti. I Cappello, è emerso in una recente indagine, sarebbero diventati anche i fornitori della famiglia mafiosa storica di Siracusa, come il clan Bottaro-Attanasio. Ma le ultime inchieste – al di là dell’analisi emersa dalla relazione della Dna – raccontano che i Santapaola di Catania sono i principali grossisti dello spaccio della Sicilia Orientale. Un oligopolio fortemente rinsaldato dai rapporti con i narcotrafficanti delle ndrine calabresi.

Enna è una grande terra di conquista dei catanesi, sempre dei Santapaola e dei Cappello. “In questa fase di transizione e di assenza di una vera e propria guida – si legge nella relazione della Dna dedicata all’ennese – taluni personaggi provenienti dall’area catanese, da sempre interessata al controllo della provincia, hanno esercitato una particolare pressione sul territorio, allo scopo di ricompattare le fila dell’organizzazione, indubbiamente indebolita a seguito degli arresti e delle condanne che, nel tempo, si sono ottenute anche in tale territorio”.

I Santapaola-Ercolano grazie al carisma criminale di Salvatore Seminara (potente boss di Mirabella Imbaccari e uomo di fiducia di Francesco La Rocca) sono riusciti a radicare il loro potere criminale a Leonforte, Agira e Dittaino. Seminara, coinvolto nel blitz Kronos, sin dal luglio 2013 (data della sua ultima scarcerazione) e fino al suo ultimo arresto, “ebbe ad assumere il controllo dei numerosi territori ennesi”.

Nella zona di Catenanuova invece sono arrivati i Cappello di Catania, in particolare il gruppo dei Salvo, figli di Pippo U Carruzzeri. Un gruppo che però si sarebbe scisso “dopo l’omicidio di Prospero Leonardi avvenuto nel 2012”.


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