Mafia, voti e la lista #Db: le intercettazioni del blitz - Live Sicilia

Mafia, voti e la lista #Db: le intercettazioni del blitz

Nel mirino le comunali di Barcellona Pozzo di Gotto del 2020.

Un martedì nero per il presidente della Regione Nello Musumeci. All’alba di oggi sono arrivate due inchieste, da Messina a Palermo, che in qualche modo scuotono il mondo politico attorno al governatore siciliano. Lo scandalo Ast preme direttamente su Palazzo D’Orleans, il blitz di Messina invece getta ombre sul movimento creato da Musumeci. Nelle carte dell’inchiesta della Dda messinese che ha messo sottosopra la mafia barcellonese ci sono indagini che riguardano le elezioni amministrative del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto che si sono svolte “il 4 e 5 ottobre 2020”. Mariano Foti, indicato dagli inquirenti “appartenente all’associazione mafiosa dei barcellonesi’, è indagato con Mariano Calderone e Fortunato Caranna di voto di scambio politico-mafioso (416 ter): avrebbe promesso di “procurare voti per la lista di Diventerà Bellissima Barcellona Pozzo di Gotto” proprio nelle ultime comunali 2020. La merce di scambio del presunto supporto? “Una sistemazione lavorativa per Salvatore Foti, figlio di Mariano, e altri soggetti riferibili” sempre a lui. 

L’incontro ‘traditore’ sarebbe avvenuto il giorno di San Lorenzo di due anni fa. Mariano Foti, ristretto ai domiciliari, era finito nella rete delle microspie dei carabinieri. A solleticare l’attenzione di Foti è la notizia che Mariano Calderone avrebbe avuto legami con la segreteria politica di Pino Galluzzo (non indagato), rappresentante del movimento politico ‘Diventerà Bellissima’. Foti si ingrassa il torace e conversando di politica evidenzia che nel passato sarebbe riuscito a favorire “l’elezione di alcuni candidati riuscendo a procurare, in una occasione, – scrive il gip – un appoggio elettorale, quantificato nell’ordine di ottocento voti”. Addirittura l’esponente dei barcellonesi si vanta che tra i soggetti “in favore dei quali” avrebbe fornito appoggio elettorale, ci sarebbe stato Sergio Francesco Vincenzo Calderone, (“Una volta l’ho fatto salire io a Sergio quando faceva il consigliere”). Quest’ultimo è il fratello di Mario Giulio Calderone-  annota il giudice nell’ordinanza – “condannato in via definitiva quale partecipe dell’associazione mafiosa dei barcellonesi, resosi latitante per anni, e tratto in arresto in data 2.03.2021 a Pyrgos (Grecia)”. 

Ed è proprio nel corso di questa conversazione che Mariano Foti esterna la necessità di trovare una sistemazione lavorativa per il figlio Salvatore nel settore dei rifiuti. Calderone, a quel punto, lo avrebbe invitato ad attendere l’esito delle elezioni, dando la propria disponibilità ad intercedere con chi avrebbe potuto ‘avvallare’ l’assunzione del figlio. Si tratterrebbe – come emerge dalle intercettazioni finite nei faldoni dell’inchiesta – di Giuseppe Benvegna, che sarebbe diventato – a dire di Calderone – “assessore” in caso della vittoria del candidato Giuseppe Calabrò. Che poi nei fatti è avvenuto.

Un mese dopo ci sarebbe stato ‘l’incontro esplicito’ in cui Calderone, accompagnato dall’imprenditore dei supermercati Fortunato Caranna, avrebbe chiesto apertamente il sostegno a Mariano Foti per la liste #Db. Il ‘barcellonese’ in un primo momento si sarebbe mostrato sorpreso di quella visita seguita in diretta dai carabinieri: ”Come mai questa sorpresa?”. Ma Calderone avrebbe immediatamente spiegato il motivo: “Come mai? Ci sono… Con lo scadere delle elezioni…”. Foti però lo interrompe: “Con lo scadere delle elezioni? Sai come si dice? Che gli amici si fanno in tempo di pace, no in tempo di guerra”. Caranna avrebbe cercato di stemperare: “Tu prendi buono per te Mariano Io dovevo venire da tempo”. Foti però insiste, esprimendo rammarico per la “scarsa considerazione a lui riservata in passato”. ”Io tempo fa a voi vi avevo chiamato e poi avevo detto, tanto per dire, ricostruiamo, mettiamo, qualcosa, mettiamo, di serio. Voi siete scomparsi! – esclama – Vi ho mandato a chiamare e non siete venuti più!”. Calderone e Caranna però avrebbero chiesto il suo appoggio nel rash finale della campagna elettorale, in modo da potere ottenere più consensi possibili. Foti però cerca chiarezza: “Però, dico, purtroppo… Che vi serve? Andiamo a stringere!”. Caranna va al sodo: “Noi il carro è tirato ora ci sono gli ultimi dieci metri di salita”. Arriva l’eco di Calderone: “Abbiamo due consiglieri che possono entrare e possono non entrare alla fine nel gioco, o restare fuori con tutto”. 

Qualche giorno dopo, a casa di Mariano Foti arriva Tindaro Pantè (non indagato) che sarebbe poi diventato una sorta di intermediario tra il ‘barcellonese’ e Calderone. Foti racconta la visita dei due, evidenziando che “avevano chiesto, ed ottenuto, il suo supporto elettorale – scrive il gip – in favore dei candidati di riferimento della lista denominata “Diventerà Bellissima Barcellona Pozzo di Gotto”. In cambio avrebbe ricevuto la promessa di un posto di lavoro per il figlio.  

Mariano Foti: “tu gli devi dire a lui, a Mario, a Mariano, che lui gli dici, vuole sapere dici, tanto lui ha capito quello che gli ho detto ieri a lui. Che lui ancora non ha finito, con lui… inc.”
Pantè Tindaro: “ma con quale faccia viene?
Foti Mariano: “ma non ho finito con lui, lui ora si fa vedere in questi giorni. Perché ora stanno aprendo qua il Conad… …gli ho detto io vi dico solo una cosa., questo davanti a Mariano, quando succedono le cose, non venite qua, perché io vi sto cercando un posto di lavoro per mio figlio… … gli ho detto mi sono fatto 15 anni di galera e gli ho detto e voi altri che pensate che voi altri vi fate i vostri cazzi gli ho detto dentro casa mia gli ho detto e venite e fate quello che volete? Dice No ..minchia lui…inc… quindi lui deve tornare“.

Come detto, Pantè sarebbe diventato il raccordo tra il ‘barcellonese’ e Calderone. ”Tu gli dici ha detto Mariano “di non ti scordarti questo fatto qua che poi…”. 

Le precisazioni di Giardina (coordinatore provinciale di DiventeràBellissima)

“Si esprime soddisfazione per l’operazione antimafia effettuata dai carabinieri a Messina. Riguardo alla ipotesi di scambio elettorale in favore di un candidato non eletto della lista DiventeràBellissima per le elezioni amministrative di Barcellona P.G., si precisa che il candidato non è indagato ed è stato selezionato rigorosamente secondo i criteri del movimento e secondo il protocollo varato dalla commissione antimafia, mentre l’indagato addetto alla segreteria di Barcellona ha cessato le mansioni sin dal 26 marzo 2021. Il Movimento si ritiene parte lesa per le condotte individuali che possano a questo arrecare qualunque pregiudizio”, lo afferma Giosuè Giardina, coordinatore provinciale di DiventeràBellissima Messina.


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