Malaburocrazia di Sicilia | Le cause e i rimedi - Live Sicilia

Malaburocrazia di Sicilia | Le cause e i rimedi

Un circolo vizioso che zavorra i processi di sviluppo.

DIRITTI E DOVERI
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Il recente licenziamento dei dipendenti dell’Assessorato regionale alla sanità coinvolti nel blitz anti assenteismo di gennaio ha ridestato l’attenzione sulla cosiddetta malaburocrazia, che si propaga erodendo la competitività del sistema economico e privando i cittadini di prestazioni essenziali. L’inefficienza amministrativa allontana gli investimenti più degli elevati livelli di tassazione e degli altri fattori di natura economica, ostacola la realizzazione di insediamenti produttivi ed infrastrutture, mortifica i progetti di modernizzazione, impedisce di fruire appieno delle ingente mole di risorse comunitarie, favorisce la proliferazione di truffe e fenomeni di malaffare, mina la competitività delle imprese sottraendo loro risorse necessarie per investire e talvolta anche per sopravvivere.

Tutto ciò attiva un circolo vizioso che zavorra i processi di sviluppo e deprime l’ambiente economico: meno investimenti, meno lavoro e redditi, meno entrate fiscali, servizi e prestazioni pubbliche, lievitazione dei costi burocratici e degli oneri relativi alla frequente soccombenza dell’Amministrazione nei contenziosi contro cittadini ed imprese. Più spese, meno entrate e risorse pubbliche per soddisfare i diritti dei cittadini. La situazione è stata affrontata attraverso diverse riforme dell’organizzazione burocratica e disposizioni che hanno introdotto strumenti meritocratici in forma di incentivi ai dipendenti virtuosi e sanzioni a quelli inefficienti.

Tuttavia la Corte dei conti ha rilevato che le norme che dovrebbero rendere dirigenti e dipendenti responsabili dei risultati raggiunti dalla propria struttura in relazione ad obiettivi concreti sono state attuate in maniera incompleta, e i controlli che dovrebbero verificare l’efficienza dell’amministrazione risultano del tutto inefficaci, così vengono premiati anche i dirigenti a capo delle strutture inefficienti.

Questo scollamento tra efficienza e retribuzione premiale risulta pienamente confermato dalla relazione sulla performance della Regione per il 2017, ove viene eloquentemente rilevato che la “ rappresentazione del grado di realizzazione degli obiettivi operativi … non incide, in ogni caso, sulla valutazione individuale dei dirigenti ”. In altri termini la stessa Regione certifica che la retribuzione di risultato (che impegna consistenti risorse) è stata riconosciuta anche ai responsabili di strutture amministrative che accumulano ritardi, contenzioso e risultati poco encomiabili.

Ed in alcune circostanze sono stati premiati addirittura dirigenti e dipendenti destinatari di gravi condanne per danno erariale: la recente relazione del procuratore della Corte dei conti all’inaugurazione dell’anno giudiziario rileva l’assenza di adeguate misure interdittive per i responsabili di mala gestio e danno erariale ed evidenzia che talvolta la condanna del giudice contabile per gravi episodi di spreco di pubbliche risorse non ha pregiudicato, ma anzi ha favorito, la carriera dei condannati. Ciò genera un clima di irresponsabilità diffusa che assorbe i dipendenti in una sorta di limbo, che ne appiattisce capacità e competenze e non consente differenziazioni su base meritocratica.

Assenza di stimoli ed incentivi, sensazione di impunità, livellamento verso il basso, omissioni e carenze nei controlli originano numerosi sperperi dovuti a superficialità, grave negligenza nell’espletamento degli obblighi di servizio, e varie forme di mala gestio che caricano sull’amministrazione i costi dell’inefficienza e del contenzioso con cittadini ed imprese.

Per far fronte a questa situazione il sistema di misurazione e valutazione della performance 2018-2020, recentemente approvato dalla Giunta regionale, prevede l’attribuzione a dirigenti e dipendenti di obiettivi “ambiziosi ma realistici”, quantificabili e misurabili, la strutturazione di un sistema di monitoraggio dell’attività​ amministrativa, una stretta connessione fra i risultati di ciascun dipartimento e struttura regionale e le performance dei dipendenti e dirigenti, controlli ogni quattro mesi. Le indennità di risultato saranno legate al conseguimento degli obiettivi delle strutture amministrative e alle valutazioni individuali, che prenderanno in considerazione la conoscenza delle norme europee e nazionali, la capacità di programmare, di intercettare e gestire le risorse in modo efficiente, di innovare e semplificare le procedure, la scrupolosità nella cura degli adempimenti, il rispetto delle scadenze, la familiarità con la tecnologia.

Si tratta di misure che introducono importanti strumenti meritocratici, ma la loro previsione non basta di per sé a garantirne l’effettiva ed efficace applicazione. La storia pregressa insegna, infatti, che i principali fenomeni di malaburocrazia originano proprio dall’inattuazione delle norme. E gli strumenti di misurazione e valutazione della performance di dirigenti e dipendenti, che in alcune realtà territoriali hanno consentiti notevoli recuperi di efficienza e risorse, in Sicilia sono stati sinora notevolmente depotenziati dalla loro inefficace applicazione. Al riguardo basta considerare che, a fronte delle notevoli criticità dell’attività burocratica regionale rilevate nelle numerose analisi e nelle relazioni delle istituzioni e delle magistrature competenti, la relazione della performance del 2017 registra percentuali molto alte di conseguimento degli obiettivi. Ciò dimostra che il nodo cruciale consiste nella capacità di trasformare criteri generici (come la capacità di programmare, intercettare e gestire le risorse in modo, innovare e semplificare le procedure) in parametri efficaci di valutazione dell’attività, nonché di garantire l’effettiva ed efficace applicazione degli strumenti di monitoraggio e delle regole di misurazione e valutazione: misure indispensabili sinora ostacolate da forti pressioni e varie forme di condizionamento.


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