MESSINA – Maltempo nel Messinese, c’è il timore che ci sia stata una grande frana. I tecnici della protezione civile hanno esaminato l’area del torrente Zafferia, esondato con un fiume di fango che ha travolto auto e arterie cittadine.
Nessuna vittima, per fortuna, ma adesso bisogna capire esattamente quali siano le cause dell’ondata di pietre, acqua e arbusti che ha causato numerosi danni.
“Temiamo che sia franato il costone importante di una montagna”, spiega a LiveSicilia Federico Basile, sindaco metropolitano di Messina. Ecco il racconto del day after.
Maltempo nel Messinese, il day after
“Già da ieri alle 14, con la normalizzazione delle piogge, ci siamo resi conto della situazione. In alcune parti della città ci sono stati degli smottamenti e degli allagamenti contenuti, ma la zona più critica è stata quella del torrente Zafferia”.
Federico Basile, a 24 ore dalla fine delle piogge torrenziali che hanno colpito il Messinese, è al lavoro per la conta dei danni. Ma prima di mettere in fila le cifre, bisogna risolvere un interrogativo di non poco conto: cosa è accaduto a monte del torrente Zafferia?
Torrente Zafferia, l’ipotesi della frana e gli incendi
“Temiamo – spiega il primo cittadino – che sia franato un costone importante di una montagna, desertificato dopo un incendio. Si tratta di una ipotesi, anche perché l’alveo torrentizio interessato dal fango è molto stretto, è questo l’elemento più complicato, bisogna comprendere le cause”.
Prima gli incendi estivi, poi il territorio che si sbriciola sotto l’effetto delle piogge e genera un fiume di fango senza precedenti.
I tecnici della protezione civile sono tornati sul posto, sopralluoghi anche nelle altre zone colpite dal maltempo.
La mappa dei danni
“A Orto Liuzzo e San Saba ci sono stati allagamenti – continua il sindaco Basile – Altoria era rimasta isolata, ma già ieri l’abbiamo liberata per una frana. A Santo Stefano di Briga c’è stato uno smottamento che ha interessato la sede stradale. Ponte Schiavo è stato interessato da un’esondazione”.
Il capo della protezione civile ha lanciato un appello ai siciliani, invitando anche la polizia locale a multare coloro che posteggiano in zone di esondazione.
Proprio nei pressi del torrente Zafferia, conferma Basile, “c’era un cartello della protezione civile, sono vecchie situazioni, con case molto vicine al torrente perché costruite più di 100 anni fa”.
Il sindaco metropolitano è stato anche a Saponara, Antillo, Furci Siculo e Rometta: “Tre/quattro ore di pioggia con un’intensità forte hanno creato problemi particolari”.
Il problema dei terreni tombati
Torrenti cementificati e un’area cittadina costeggiata dalle montagne. “Messina – aggiunge ancora il sindaco – ha una conformazione particolare che viene tagliata da più di trenta torrenti, alcuni sono stati tombati negli anni, altri erano piccoli ruscelli con accanto insediamenti abitativi”.
La protezione civile ha lavorato in emergenza, con i vigili del fuoco, per liberare la parte a valle dei torrenti esondati, ripulendo le strade per consentire il passaggio dei mezzi, ma per guardare con serenità al futuro devono essere appaltati alcuni lavori.
Sul torrente Zafferia c’è in corso la progettazione di nuovi interventi, “continueremo a lavorarci”, assicura Basile – e confido molto nell’opera della protezione civile”.