Mamme, veline e puzzole - Live Sicilia

Mamme, veline e puzzole

"Mamma, figlia simil-velina mora, figlio simil-calciatore". Destinazione: centro commerciale. Budget: 34 euro. E settanta...

Palermo, autunno-inverno 2012. Andiamo al centro commerciale? togliamoci questo dente. Andiamo.
Formazione: Mamma, figlia simil-velina mora, figlio simil-calciatore. Quest’ultimo vestito da Ibrahimovic (del Milan) appena preso dalla scuola calcio, appiccicoso di sudore e di erba sintetica. La figlia simil-velina dieci metri avanti, causa odore non di rose emanante dal fratello (“non capisco perché lo hai fatto venire con noi! È una puzzola.”). Budget a disposizione 34 euro e 70 centesimi: trenta già posseduti, quattro e settanta previdentemente racimolati dal fondo della borsa, da tasche varie, dal cruscotto della macchina. Negozio per adolescenti unisex con due commesse: una raffreddata, una no. Causa aspetto (e altro) non esaltante, il calciatore viene abbandonato al suo destino e la mamma e la simil-velina adocchiano una commessa. Quella sana. C’è da dire che i gusti in fatto di abbigliamento della fanciulla sono imperscrutabili. Vige comunque ostracismo assoluto per: tutti i colori che non siano: viola, fuxia, lilla, turchese, nero e grigio (tolleranza per il marrone, ammessi in deroga i colori “fluo”); tutto ciò che è: di lana, troppo largo, troppo lungo, “da vecchia” (tutto ciò che piace alla Mamma), da secchiona (flanella, quadretti, velluto a coste, gilet).

E va in scena il copione seguente: tutto quello che è fuxia a maniche corte, la simil-velina lo voleva viola a maniche lunghe, lo scollo tondo lo voleva a V, e quà ci sono i bottoni ed era meglio la cerniera e là c’è un brillantino che se era bianco bene, siccome è rosa…… Restano valutabili due o tre capi: uno supera abbondantemente i 34 euro e settanta, uno non è taglia 23 (più che una taglia, un dogma: giro vita 18 mesi, altezza 42), l’altro “ fa i fianchi larghi”.

Niente di fatto. Si torna al punto di partenza. Col portafoglio intatto! Manca Ibrahimovic. Rapito? No. È alla cassa e si intrattiene con la commessa raffreddata: fra di loro una pila di vestiti. “Signora! Questi …etciù! (starnutisce).. sono i vestiti che ha scelto suo …frrrrr (si soffia il naso) figlio! Che amore di bambino! Che occhi …brr(rabbrividisce)… meravigliosi! Che gusti raffinati! E che è educato! Complimenti, ….etciù….veramente! Viene centodocici euro e frrr….trenta centesimi. Paga con carta o bancomat?” Esitazione disperata della mamma. “Signora, non si preoccupi, può ….hhhhh(rantola) lasciare un acconto: cinquanta?”
“Trentaquattro? E settanta.”
“Settanta non c’è bisogno”.

Stessa formazione, verso l’uscita. La mamma mentalmente maledice la commessa dal naso fuori uso. “Io te lo avevo detto – cinguetta la velina a mani vuote – di non portarla, la puzzola. Ma tu non mi ascolti. Mai.”


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