"Tram, linea 3: senza i varchi| si rimetterà in discussione" - Live Sicilia

“Tram, linea 3: senza i varchi| si rimetterà in discussione”

Intervista al presidente della commissione Urbanistica che fa il punto su via Mater dolorosa, il tram, le pedonalizzazioni e la messa in sicurezza degli immobili.

MANGANO (MOV139)
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PALERMO – “La maggioranza procederà con la discussione sulla lottizzazione di via Mater dolorosa e sulla linea 3 del tram aspettiamo il parere dell’Ustif: senza i varchi, potremmo rimettere in discussione l’intera linea”. Parola di Alberto Mangano, presidente della commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile, che fa così il punto sul tram, sui lavori della sua commissione e sull’incidente di percorso di ieri a Sala delle Lapidi.

Presidente, partiamo dalla seduta di ieri saltata per il mancato numero legale che ha fatto slittare il voto sulla lottizzazione di via Mater dolorosa…
“Io non attribuirei un significato particolare al fatto che sia saltato il numero legale perché è nelle cose, io ero in prossimità dell’aula e come altri non ho fatto in tempo a segnare la presenza. Ci può stare, non è la prima volta e non sarà l’ultima. L’oggetto in discussione è purtroppo una di quelle delibere su cui ormai da parecchio tempo si registra una diversità di opinioni e posizioni tra il vicepresidente Nadia Spllitta e il lavoro della commissione e della maggioranza che non trova fondamento, se non per un valore di carattere ideale, ovvero salvaguardare il territorio, ma rispetto al quale deve prevalere lo stato di diritto e cioè le leggi con le quali operiamo. La consigliera Spallitta assegna alle direttive generali del nuovo Prg un valore normativo che purtroppo non hanno. La inviterei a proporre un’eventuale soluzione: oggi abbiamo un Prg vigente ed è importante che l’attività urbanistica ed edilizia si svolga coerentemente col piano, cioè non operando con le varianti come in passato se non quando sono strettamente necessarie. La sua posizione va ripresa nel senso che bisogna sollecitare l’amministrazione, e quindi l’assessore competente, a dare corso e piena attuazione all’iter che dovrà portare alla definizione del nuovo Prg, se no vivremo la perenne contraddizione fra il desiderio di far meglio e le regole vigenti che siamo tenuti a rispettare come amministratori. Dal punto di vista del diritto, la consigliere Spallitta ha sempre perso: non c’è stata una reale possibilità di derogare dalle norme del vigente piano e questa è una questione politica importante e riguarda la velocità con cui l’amministrazione darà corpo al nuovo Piano regolatore generale di cui tutti condividiamo le linee approvate dal consiglio”.

La maggioranza è comunque decisa a votare la lottizzazione?
“Credo di sì, la maggioranza è convita che si tratti di un intervento legittimo. E d’altro canto l’ufficio dell’Urbanistica ha proposto numerosi atti, diversi piani costruttivi con parere contrario che abbiamo bocciato, e invece altri istruiti favorevolmente dall’ufficio perché rispondenti al Prg. Non pensiamo che si possa disattendere le previsioni del Prg vigente perché c’è l’intenzione di farne uno migliore”.

La commissione Urbanistica, che lei presiede, si sta però occupando anche di altre questioni…
“Ci sono poi dei problemi connessi alla gestione del territorio e di cui purtroppo tutti verifichiamo quasi giornalmente gli elementi di criticità ed è parte consistente del lavoro della Sesta commissione. Mi riferisco ai temi legati alla mobilità urbana, ovvero il traffico, e alla messa in sicurezza del territorio, che a Palermo si manifestano con i frequenti allagamenti che bloccano l’attraversamento della città, ma anche al tema della messa i sicurezza del patrimonio edilizio esistente. Questi aspetti hanno una qualche refluenza sul futuro Prg ma possono essere affrontati precedendo l’approvazione del nuovo strumento urbanistico. La commissione che presiedo, a parte il parere sul Pgtu, sta lavorando su questi due temi nella direzione di una conferenza che comprenda tutti gli organismi comunali come Protezione civile, Amap e settore Opere pubbliche, per redigere un quadro generale dello stato di attuazione del vecchio Parf, il piano della rete fognaria, e per stabilire una programmazione di medio e lungo termine per riuscire a mettere in sicurezza il territorio dai violenti eventi atmosferici sempre più frequenti. Entro novembre ci sarà questo incontro nel quale la commissione proporrà al consiglio comunale un ordine del giorno che individui alcune priorità da suggerire all’amministrazione attiva per il raggiungimento dell’obiettivo della sicurezza del territorio. Per il patrimonio edilizio, la mia è soltanto un’idea che ancora non è della commissione: incontrare gli ordini professionali per condividere con loro una proposta che aiuti i privati possessori degli immobili a intervenire con la costituzione del fascicolo del fabbricato, con la previsione di avere alcuni benefici in termini fiscali se si eseguono le opere necessarie a prevenire una condizione di pericolo degli immobili. Penso soprattutto agli edifici costruiti tra gli anni ’60 e ’80 in cemento armato che, in assenza di manutenzione, possono rappresentare un pericolo per i residenti e anche per la collettività. L’uso della leva fiscale per agevolare e incentivare il fascicolo del fabbricato permetterebbe di usufruire anche dei benefici relativi agli interventi edilizi che possono essere successivamente fatti, ovvero un abbattimento decennale del 50% delle spese di interventi edilizi che devono essere fatti per la sicurezza dell’immobile. Questo permetterebbe di certificare la sicurezza realizzando anche un accrescimento loro valore e potrebbe essere un modo per rimettere in moto l’economia del territorio e soprattutto ridurre i rischi di incidenti o di crolli nei casi peggiori. E’ un tema quasi mai affrontato ma che nella qualità della vita di una città incide parecchio, anche se andrà valutato il peso economico di questa scelta. E ancora ci stiamo occupando dell’annoso problema del funzionamento di alcuni uffici come l’Edilizia Privata, che presenta troppe criticità a cominciare dai tempi di lavorazione delle istanze e dalle regole spesso non univoche che determinano talvolta vere e proprie vessazioni per l’utenza, nonchè anche il ritardo nella informatizzazione delle procedure , per cui nei prossimi giorni incontreremo sia gli uffici che la Sispi”.

Passiamo al tram e soprattutto alla linea 3, che rischia di restare senza varchi se non ci sarà un via libera del ministero…
“Intanto diciamo subito che il tram sarà una delle infrastrutture più importanti mai realizzate in questa città, e anzi si sta realizzando una minima parte di un progetto che prevedeva otto linee. Non c’è dubbio che il momento peggiore è quello nel quale si realizza l’opera, a cantieri aperti, creando il massimo disagio, senza poter godere ancora dei benefici. E’ comprensibile che ci siano delle proteste e delle preoccupazioni. Andando alla linea 3, che è marginale rispetto alle altre due e che nasce per re-investire i fondi finanziati per la linea originale che attraversava tutto corso Calatafimi fino a Orleans, quello che non è ammissibile, e ce ne siamo accorti grazie a delle segnalazioni fatte da alcune associazioni, è che si sarebbe creato lungo la circonvallazione un tubo senza uscita, cioè senza prevedere entrate e uscite con le corsie laterali. Abbiamo posto il problema al Rup del tram e all’impresa e abbiamo trovato una soluzione nella possibilità di ripristinare alcuni varchi lungo il tratto del tram. Siamo stati attenti a recepire le istanze delle associazioni e a trasferirle a chi sta eseguendo i lavori. Mi ha stupito il tenore di alcune lettere fatte dalle associazioni che lamentavano ancora la criticità di questa linea del tram. Non c’è dubbio che se, per caso non dovesse passare questa proposta di variante all’esame dell’Ustif, ovvero il ministero, l’idea di rimettere in discussione la terza linea diventerebbe concreta ma con queste varianti si ripristina una funzionalità di tutto l’asse della circonvallazione nel tratto che ricade con questa terza linea”.

C’è anche un problema di compensazione del verde…
“Sì, l’altro problema è quello delle compensazioni del verde: l’assessore Giuseppe Barbera ci ha assicurato che porterà in commissione una proposta di individuazione di queste aree che dovranno servire per sostituire gli alberi che verranno tagliati lungo la circonvallazione e in via Leonardo Da Vinci, compensazioni per almeno per l’80% delle essenze rimosse”.

Quello del tram è un progetto ormai datato, come mai sembra che si sveglino tutti adesso protestando e chiedendo modifiche?
“Questa è una domanda che mi sono posto anche io, evidentemente perché c’è una disponibilità a discutere dei problemi mentre forse prima non era possibile. Ma questo deve tenere conto dell’avanzamento dei lavori, alcune osservazioni andavano recepite cinque anni fa perché si sarebbe potuto intervenire con maggiore efficacia nelle eventuali alternative. Voglio ribadire che non si può contestare per un elemento di criticità un sistema che in tutta Europa è uno degli elementi portanti della mobilità urbana. E se mettiamo in relazione le due linee del tram (la terza è marginale) con la chiusura dell’anello ferroviario, comprendendo la zona centrale della città, ricollegata al passante e alle linee del tram che si inter-scambiano col passante, Palermo potrà contare su un sistema di mobilità pubblica simile a quello di tante altre città con una metropolitana urbana di tipo ferroviario, che va però potenziata in termini di mezzi garantendo frequenze più brevi, un sistema tramviario che collega l’asse sud-orientale con il centro e poi con la parte a monte della circonvallazione, Cep e Borgo Nuovo, e un sistema del trasporto gommato. Il tutto sarà ancora più efficace se e quando si potrà fare la metropolitana leggera”.

Il progetto però incontra gli ostacoli più assurdi: strade chiuse abusivamente, cartelli di sensi unici che spariscono, cittadini che commettono infrazioni. Tutte situazioni che, in un modo o nell’altro, stanno creando dei problemi al progetto del tram…
“In questa città qualunque cambiamento è ostaggio di una opinione interessata e contraria, c’è una riluttanza a qualunque cambiamento anche migliorativo, ma bisogna anche dire che questo atteggiamento è stato avallato nel tempo dalle amministrazioni comunali. Magari non si è riusciti a spiegare la bontà delle cose che si facevano. Auspico che la partecipazione e la condivisione divengano un metodo reale di gestione delle opere pubbliche o di scelte che riguardano la mobilità, perché non c’è dubbio che solo con la condivisione alcune scelte sono migliorative dello stato di fatto e vale su tutti il tema dei rifiuti. L’intenzione manifestata dai commercianti di via Maqueda, che chiedono la chiusura dell’asse, è emblematica: l’amministrazione non può farsi sfuggire questa occasione, è la dimostrazione che anche gli interessi dei commercianti possono coincidere con quelli della città. Tutti sappiamo che l’inquinamento atmosferico è determinato in massima parte dal traffico automobilistico, oltre a fenomeni particolari come le navi che tengono i motori accesi al porto, ma l’interesse è di migliorare la qualità della vita e dell’ambiente urbano e sottrarre aree al traffico è uno dei metodi per abbattere questo inquinamento. Al di là degli aspetti estetici, l’amministrazione deve offrire degli spazi di vivibilità reale e questi non possono contemplare l’accesso automobilistico. Bisognerà procedere secondo il Pgtu approvato attraverso misure ampiamente condivise. Questo specie per il centro storico”.

 


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