PALERMO – “L’accordo quadro per i lavori di manutenzione nei ponti, cavalcavia, sottopassi, sovrappassi di proprietà e/o competenza comunale” relativo al quadriennio 2017-2020 è stato aggiudicato lo scorso 13 febbraio, quasi un anno fa e da allora tutto è rimasto fermo”.
Lo afferma il presidente di Ance Palermo, Massimiliano Miconi, che ha reso noto di “avere inviato una nota ufficiale al sindaco Leoluca Orlando” per “segnalare all’amministrazione comunale una situazione che va oltre il paradosso”.
“All’impresa che si è aggiudicata i lavori – scrive il presidente dei costruttori – è stato richiesto di presentare la fideiussione e le altre dichiarazioni di rito necessarie alla stipula del contatto, ben otto mesi dopo l’aggiudicazione, ovvero ad ottobre 2020 e da allora la ditta in questione non ha avuto più notizie dal Comune e non si sa quando verrà stipulato il contratto. Stiamo parlando della manutenzione di ponti, sottopassi e strade per il quadriennio 2017-2020 – spiega Miconi – con Progetto esecutivo approvato dalla Giunta Comunale il 15 dicembre 2017 e supponiamo che, a quella data, il finanziamento dovesse essere disponibile. Quello che ci chiediamo – aggiunge – e chiediamo al sindaco nella nota è come possa succedere che passino tre anni per aggiudicare i lavori? In questi tre anni le manutenzioni sono state fatte? Non è paradossale che le manutenzioni del quadriennio 2017-2020 inizieranno (se mai inizieranno) nel 2021? Ricordo all’amministrazione che, ai sensi dell’art.1 comma 1 del cosiddetto Decreto Semplificazioni, le stazioni appaltanti devono assegnare gli affidamenti entro due mesi e che gli sforamenti possono portare al danno erariale per il Rup, il Responsabile unico del procedimento. Può anche darsi – sottolinea Miconi – che questa norma non sia applicabile per la gara in questione, ma il senso è quello di accelerare le procedure di gara e dare avvio immediato alle opere. Se per aggiudicare una gara per la manutenzione dei sottopassi e delle strade occorrono più di tre anni – conclude Miconi -, non possiamo davvero più sorprenderci se succedono gli allagamenti e non ha neanche senso chiedere ulteriori finanziamenti o sollecitare le nuove progettazioni”. (ANSA).