PALERMO – Scoppia la grana Ufficio Manutenzioni all’amministrazione di Palermo. Il dibattimento sul Piano Triennale delle Opere Pubbliche presso Sala delle Lapidi, infatti, è diventato per i consiglieri dell’opposizione l’occasione per attaccare l’assessore alla Gestione del Territorio, Agata Bazzi, presente in aula, sull’organizzazione di uno dei settori più delicati nell’ambito dei lavori pubblici. E dai componenti della commissione Urbanistica giungono conferme su alcune criticità riscontrate nell’ufficio.
A porre sul tavolo la questione sono stati inizialmente il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo, e Mimmo Russo del Gruppo Misto. Per il forzista “l’Ufficio Manutenzioni è opaco, c’è come una cappa che nasconde tutto e a noi consiglieri viene impedito di accedere alle pratiche e di verificare lo stato di avanzamento degli interventi. Troppe sono, almeno il 90%, le nostre richieste inusitate. In quell’ufficio ci sono troppe cose che non vanno”.
Nei giorni scorsi la commissione Urbanistica ha effettuato una verifica e tra le distorsioni riscontrate ci sarebbero manutenzioni identiche assegnate sia alla programmazione dei Lavori Pubblici sia a quella del Coime, con un’evidente sovrapposizione, e una gerarchia poco fluida degli interventi. Problemi di organizzazione, dunque, che l’impegno dell’assessore Bazzi a Sala delle Lapidi non ha consentito di spiegare ai taccuini di Live Sicilia.
Dal canto suo, il dirigente Francesco Teriaca chiarisce la posizione del Coime: “La programmazione dei nostri lavori – dice – viene inviata annualmente all’assessore di riferimento e al Ministero e le manutenzioni che facciamo non sono a chiamata ma a progetto, pertanto dipendono tutte dalle indicazioni dell’assessorato. Per noi intervenire su un edificio o un altro non cambia, non entriamo nel merito della gestione diretta nè facciamo scelte discrezionali, piuttosto seguiamo il programma dell’amministrazione. I consiglieri hanno avuto difficoltà di accesso agli atti? Non mi risulta”.
Il Coime tra l’altro inizia a soffrire la mancanza di un ricambio generazionale: “Le maestranze in totale sono circa 1000 – chiarisce Teriaca – ma il comparto edile ne conta appena 400. Molti sono in età avanzata e sono prossimi o hanno già chiesto la pensione. Senza un turnover stiamo diventando una struttura a esaurimento”. Per cercare di frenare in qualche modo questa emorragia l’Ufficio Manutenzioni ha preparato un bando da 30 milioni di euro, finanziato con fondi ministeriali, da distribuire nell’arco di quattro anni alle aziende private che se lo aggiudicheranno.