Mimmo Russo, dopo la "cricca" nuovo scandalo all'Urbanistica

Mimmo Russo, dopo la “cricca” un nuovo scandalo all’Urbanistica

Mimmo Russo
La burocrazia comunale torna al centro delle indagini

PALERMO – Nel pomeriggio del 7 marzo 2022 Gregorio Marchese parlava con un imprenditore edile. Era certo che presto sarebbero partiti i lavori per un nuovo centro commerciale, una sorta di ampliamento del Forum di Brancaccio.

“La tua ditta può fare appalti?”

Marchese si presentava come il portavoce del consigliere comunale Mimmo Russo, il quale gli avrebbe detto: “Gregò… non ci troviamo spreparati… mi segui?”. Insomma dovevano farsi trovare pronti una volta incassato il via libera per la costruzione. E così Marchese si attivò in anticipo.

Stessa cosa lasciava intendere di avere fatto altrove: “Come tu ben saprai l’ippodromo… i lavori li abbiamo dati… allora la tua ditta è una ditta che può pigliare appalti?“. L’imprenditore lo rassicurava: “Noi possiamo prendere tutte cose…”. Sia le ingerenze sul nuovo corso dell’ippodromo, riaperto dopo la chiusura per infiltrazioni mafiose, che il progetto del centro commerciale sono al centro della nuova inchiesta della Procura dii Palermo.

“Ci sono le elezioni comunali”

Marchese sperava di potere iniziare i lavori a Brancaccio nel 2023. “Siccome una volta che mi vado a sedere… il progetto me lo devono fare vedere e io gli dico… in questa casella chi c’è… in questa chi c’è… in questa chi c’è… in questa chi c’è”. Avrebbe speso il nome dell’imprenditore, ad una condizione: “Ci sono le elezioni comunali… di qua a fine maggio… se ci puoi dare una mano… è uno dei fratelli d’Italia”. E cioè Mimmo Russo.

Burocrazia comunale sotto osservazione

Da cosa nasceva la sicurezza di Marchese che il centro commerciale sarebbe stato costruito? Qui si innesta il capitolo che porta gli investigatori fin dentro la burocrazia comunale. “Padre politico” del progetto sarebbe stato l’ex consigliere Russo. Si sarebbe attivato per sbloccare la variante del piano regolatore affinché venisse cambiata la destinazione d’uso dei terreni su cui doveva sorgere la struttura: da verde agricolo a uso commerciale.

La commissione urbanistica

Russo era diventato presidente della Commissione urbanistica. Secondo la Procura, sarebbe riuscito ad incidere nella burocrazia comunale, in particolare su alcuni dirigenti, facendo cambiare l’iniziale diniego al nuovo centro commerciale. Il Consiglio comunale successivamente approvò addirittura lo schema di massima di un nuovo piano regolatore: all’area fu attribuita una destinazione commerciale e non più a verde agricolo. Il progetto si arenò di fronte ad una nuova legge regionale che cambiò tutto.

La commissione urbanistica e con essa tutto il settore dell’edilizia comunale hanno mostrato segnali di permeabilità. Non è la prima volta. Russo, infatti, è subentrato alla guida della commissione a Giovanni Lo Cascio sotto processo insieme ad altri politici, burocrati comunali e professionisti interessati ad alcune speculazioni edilizie.

Il precedente della “cricca”

Una “cricca” – così l’aveva definita il pentito Filippo Salvatore Bisconti – che avrebbe cercato di pilotare i programmi costruttivi di tre ex aree industriali. Ne avrebbe fatto parte anche Lo Cascio, ex capogruppo del Pd a cui, dopo l’arresto, Russo subentrò alla presidenza della Commissione urbanistica del Consiglio comunale. Era il 2020.

In piena pandemia Covid accadde un episodio che oggi va riletto alla luce dell’inchiesta. Erano stati trasferiti a sorpresa gli atti e gli incartamenti dalla sede del polo tecnico del Comune, che si trova in via Ausonia. Il trasloco insolito era stato denunciato dai consiglieri di opposizione Giulia Argiroffi (ex M5s e poi Oso) e Marianna Caronia (Lega). I carabinieri del Nucleo investigativo si recarono in ufficio. Sono gli stessi investigatori del blitz che ha coinvolto Mimmo Russo.


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