Maranzano conferma la sua versione. I silenzi e i punti che lo smentiscono

Maranzano conferma la sua versione. I silenzi e i punti che lo smentiscono

Interrogatorio di garanzia davanti al Gip

PALERMO – Il nuovo interrogatorio di Gaetano Maranzano ricalca quello già reso ai pubblici ministeri. L’assassino, reo confesso di Paolo Taormina, davanti al giudice per le indagini preliminari conferma di avere freddato il giovane ventenne accecato dalla rabbia, con un gesto di impeto, dopo averlo riconosciuto nel pub “O Scruscio” di via Spinuzza.

Ribadisce che si è sentito sfidato e preso in giro dalla vittima, di averlo riconosciuto come la persona che nei mesi scorsi aveva fatto degli apprezzamenti sui social alla moglie. Maranzano ha percepito le parole e lo sguardo di Taormina come una mancanza di rispetto, una derisione, ha impugnato la pistola e ha fatto fuoco.

L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere quando gli è stato chiesto di fare i nomi degli amici che si trovavano insieme a lui nel locale, di riferire dove ha preso la pistola, con quale macchina si è recato al pub, cosa ha fatto al rientro nella notte allo Zen.

Sono tre i punti contestati dai pubblici ministeri Maurizio Bonaccorso e Ornella Di Rienzo
che smentirebbero la versione di Maranzano sulla base del video nel delitto e delle testimonianze dei presenti.

Primo: il ventottenne ha omesso di raccontare la lite precedente all’omicidio, quando un suo amico ha schiaffeggiato un cliente.

Secondo: Maranzano ha raccontato di avere avuto una lite verbale con Taormina durata parecchi secondi. Ed invece le immagini mostrano un “gesto fulmineo”. Il ventottenne dello Zen sorprende alle spalle la vittima e fa fuoco colpendolo alla nuca. Sulla vicenda, rispetto alla prima versione, Maranzano ha specificato di avere sparato appoggiando la pistola alla nuca di Taormina.

Terzo: la ricostruzione sul ruolo di eventuali complici è volutamente “estremamente lacunosa”.

Dopo l’interrogatorio che si è svolto al carcere Pagliarelli di Palermo il Gip si è riservato sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare da applicare.

“Non commento ciò che ha detto il padre di Paolo e non posso neppure lontanamente immaginare il dolore che sta provando. Nei suoi confronti si può soltanto provare profonda solidarietà e vicinanza – interviene l’avvocato di Gaetano Maranzano -. Mi preme però dire che la difesa tecnica di tutti gli indagati è necessaria affinché si raggiunga quella verità che lui stesso giustamente invoca. Il ruolo dell’avvocatura che rappresenta non può essere messo in discussione”.


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