PALERMO – L’elenco degli imputati rinviati a giudizio si apre con il boss Agostino Sansone, uno dei pezzi grossi della mafia all’Uditore. Sono in tutto quattordici e hanno scelto di essere processati con il rito ordinario. Il dibattimento inizierà il prossimo 19 gennaio. Pur di non essere seguirti si davano appuntamento al cimitero, ma non sono sfuggiti agli investigatori.
L’elenco degli imputati
Oltre a Sansone il giudice per le indagini preliminari Giuseppa Zampino ha rinviato a giudizio Eugenio, Dario e Giacomo Avellino (i primi due per associazione mafiosa e il terzo per concorso esterno), di 56, 29 e 63 anni, Gaetano Manlio Porretto, 70 anni (mafia), Angelo Rosario Parisi (mafia), 70 anni, Roberto Sansone e Mauro Pace (estorsione), di 41 e 76 anni. Michele Spataro (mafia), 71anni, Antonio Comporto (intestazione fittizia), 35 anni, Giuseppe D’Accardi, 54 anni, Vincenzo Montalbano, 49 anni, Beniamino Pollara, 40 anni, Marcello Castelli, 64 anni (tutti per furto di energia elettrica).
Il blitz della squadra mobile, coordinato dal pubblico ministero Giovanni Antoci, scattò lo scorso gennaio. Altri imputati, fra cui i boss Franco Bonura e Girolamo Buscemi, avevano già scelto il rito abbreviato.

Il vecchio padrino
Agostino Sansone, 76 anni, prima dell’arresto stava seguendo a piede libero il processo di appello per voto di scambio politico-mafioso. Poi il blitz alla vigilia delle elezioni comunali del 2022. Assolto in primo grado, la Procura ha fatto ricorso. I poliziotti lo piazzano al vertice della famiglia mafiosa dell’Uditore. Nel frattempo ufficialmente era tornato a fare l’imprenditore edile dopo che in passato aveva scontato una condanna per mafia. I suoi fratelli, Gaetano e Giuseppe, furono arrestati nel ’93. Seguirono subito le sorti di Totò Riina. Agostino, invece, finì in cella nel 2000.
I boss pedinati al cimitero
I vecchi boss hanno investito nel settore immobiliare e dei lavori edili, individuando figure insospettabili, come Eugenio Avellino che sarebbe diventato il braccio operativo di Bonura. Gli agenti hanno seguito i loro incontri persino all’interno dei cimitero dei Capuccini.

Indagando sui nuovi assetti mafiosi a Uditore saltò fuori la banda che si sarebbe specializzata nel furto di energia elettrica con i contatori clonati. Nel corso del blitz furono sequestrate alcune società considerate la cassaforte di Bonura, fra cui la Florens srl che possiede una settantina di immobili. Ma per un difetto di motivazione dovuto al “copia e incolla” è arrivato il dissequestro.

