Da Marsala a Palermo: sbarchi, chi sono i siciliani fermati

Da Marsala a Palermo: sbarchi clandestini, chi sono i siciliani fermati

Uno dei gommini usati per gli sbarchi
L'uomo chiave viveva nel capoluogo siciliano

PALERMO – C’era un andirivieni da Marsala a Palermo. È in via Gabriele Buccola, nella zona di via Oreto, a Palermo, che infatti abitava l’uomo chiave dell’inchiesta che ieri ha portato al fermo di dieci persone (due sono irreperibili): avrebbero organizzato “viaggi vip” per trasportare clandestini dalla Tunisia in Sicilia. “Vip”, così li hanno definiti i testimoni, perché servivano da tre a seimila euro per salire su potenti gommoni.

I poliziotti delle squadre mobili di Palermo e Trapani e del Servizio centrale operativo, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Felice De Benedittis e Claudio Camilleri della Dda palermitana, hanno scoperto che in via Buccola viveva il tunisino Montasar Bouaicha. O meglio, stava scontando in detenzione domiciliare una condanna a 10 anni e sette mesi per gli stessi reati per i quali è stato nuovamente fermato. La sentenza non è ancora definitiva.

Ruolo di vertice avrebbero avuto anche Zied Khemiri che guidava il gruppo in Tunisia. A poco a poco si sarebbe fatto largo, fino a raggiungere un ruolo apicale, Vincenzo Gandolfo, marsalese di 43 anni. Infine c’è Jalel Ben Youssef, ex poliziotto tunisino, che dal paese africano sarebbe giunto a Marsala grazie all’aiuto di Gandolfo.

Nei gradini inferiori della gerarchia coloro che si sarebbero occupati della logistica: acquistavano i gommoni (di soldi ne giravano parecchi) e li preparavano per i viaggi. Tra questi ci sarebbero i marsalesi Vincenzo Salvatore Bilardello, 65 anni, Roberto Pietro Arini, 51 anni, Claudio Di Bernardo, 33 anni, Antonio Salvatore Cordio, 41 anni, e Baldo Augusta, salemitano di 45 anni.

Il gradino più basso lo ricoprivano i presunti scafisti, tutti tunisini ma residenti in Sicilia: Mohamed Walid Ben Salem, Kabil Ghribie Najib Ammar.


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