Massaggiatrici, escort e schiave |I retroscena della città a luci rosse - Live Sicilia

Massaggiatrici, escort e schiave |I retroscena della città a luci rosse

Il sistema del mercato della prostituzione svelato delle indagini della Squadra Mobile. E spunta anche l'affittopoli del sesso.

CATANIA – Sesso a pagamento e prostituzione. Un settore che attira anche organizzazioni criminali di stampo mafioso, come hanno dimostrato le inchieste giudiziarie della sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile. Un fenomeno che si propaga a dismisura a Catania. Ma a seconda della donna, e soprattutto della nazionalità, “cambiano i metodi, i codici e i luoghi delle prestazioni” – spiega il dirigente Antonio Salvago. E’ la prostituzione su strada quella più diffusa, nigeriane sulla Catania – Gela e San Berillo, romene, bulgare e dell’Europa dell’Est alla stazione, al ‘passiatore’, al viale Africa e alla Circonvallazione. Ma esiste anche il mondo sommerso del sesso a pagamento con risvolti criminali: centri massaggi, alcove create in appartamenti e i club privè con “spettacoli super hot”.

LE SCHIAVE DEL SESSO. L’operazione ‘Voodoo’ di alcuni anni fa aveva smantellato un’organizzazione che operava a Catania: i componenti furono accusati di associazione mafiosa finalizzata allo sfruttamento della prostituzione di giovani nigeriane. Le indagini fecero emergere l’orrore: molte nigeriane erano tenute sotto scacco grazie alle “maledizioni” del rito voodoo ed erano costrette a prostituirsi su strada. “I riscontri ci furono tutti” – spiega Antonio Salvago, dirigente della Squadra Mobile. In un sacchetto furono trovati anche pezzi di unghie e peli pubici della vittima: segni tangibili dell’antico rituale che lega a stretto giro la “maman” con la “ragazza” (ingaggio per debito) almeno fino a che non ha estinto il debito, che si aggira tra i 30 e i 40 mila euro. Giovani arrivate qui clandestinamente con la promessa di un posto di lavoro normale. “In quell’occasione una delle vittime ci raccontò che si aspettava di lavorare in un supermercato” – aggiunge Salvago. Al loro arrivo a Catania invece hanno trovato “la divisa” da lavoro e la strada per “adescare” più clienti possibili. Abiti succinti da indossare al “joint”. Si chiama così l’angolo di marciapiede o la strada dove si esercita la professione.

Una realtà aberrante emersa anche negli arresti di gennaio, quando sono finite in manette due maman: attraverso il rito voodoo tenevano letteralmente schiave alcune nigeriane. Una di loro ha raccontato di essere stata costretta a bere il sangue di una gallina, rituali e tradizioni lontani dalla cultura europea, ma per chi è nato e cresciuto in quei paesi rappresenta una credenza così radicata da farla soccombere alla minaccia. Una sudditanza psicologica senza eguali. Si è pronte a svendere il proprio corpo pur di non far realizzare il maleficio. E ogni incasso va consegnato completamente alle sfruttatrici. E in questo sistema di schiavitù e mercificazione c’è la possibilità “dell’emancipazione”: da semplice prostituta si può diventare maman. Da vittima si diventa carnefice: anche perchè dopo una vita sulla strada tornare in Nigeria significherebbe emarginazione. Allora seguire l’esempio delle sfruttrattrici diventa l’alternativa valida per continuare a stare in Italia. “Ma alcune volte – dice con soddisfazione Salvago – siamo riusciti grazie al supporto di alcune associazioni ad avviare le vittime in un programma di integrazione”.

LE LUCCIOLE DELLA STRADA – Cambia la nazionalità, cambia il metodo. A marzo del 2013 a Squadra Mobile scoperchia un’organizzazione tra Catania e Venezia che aveva creato una vera “agenzia illegale” del meretricio. Molte romene erano costrette a prostituirsi per strada, dopo che erano state attirate in Italia. Sedici persone finirono in manette. Le zone di “esercizio” erano via VI Aprile e la stazione. Ogni ragazza era controllata da un “protettore”. L’incasso o era interamente versato agli sfruttatori oppure una parte era lasciata alla donna. Il controllo della ragazza avviene con metodi diversi: sequestro dei documenti, punizioni se notavano comportamenti sospetti o anche l’intenzione di rivolgersi alla polizia.

LE MASSAGGIATRICI – Sempre più centri massaggi hot. Una realtà in netto aumento: quasi a cadenza settimanale i giornali riportano notizie di strutture wellness sequestrate per sfruttamento della prostituzione. Dal centro alla periferia, in zone residenziali. Solitamente le massaggiatrici hot sono straniere, ci sono stati dei casi anche di cinesi. E in un’indagine addirittura ragazzine italiane minorenni. Un giro di clienti variegato: dal professionista di grido, all’operaio, al semplice impiegato. La prestazione sessuale molte volte “occultata” nella forma massaggio all inclusive. Uno stratagemma che non funziona come alibi visto che la polizia in diverse occasioni facendo irruzione ha trovato le massaggiatrici in completino intimo sexy invece del solito e professionale camice bianco.

LA MOGLIE PROSTITUTA – Ha fatto molto scalpore l’inchiesta chiusa poche settimane fa che ha svelato quanto avveniva a ‘Il giardino di Giulia’ di Viagrande e al ‘Pantheon’ di Pedara, associazioni culturali mascherate da luoghi per il libero amore (anche per coppie scambiste) in un vero e proprio night club per sesso a pagamento. Gli investigatori hanno scoperto come in diverse occasioni oltre alle ragazze ingaggiate proprio per questi scopi, c’erano coppie in cui il marito costringeva la moglie a prostituirsi per denaro. Un mondo che supera la trasgressione e si trasforma in un vero e proprio crimine che gli agenti della Squadra Mobile hanno fatto emergere. Un tipo di indagine che segue il solco dell’operazione Privè del 2012 che portò a scoperchiare un giro di prostituzione, squillo e escort a “L’Harmony” di Misterbianco e al “Venere nella notte” di Trecastagni.

“AFFITTOPOLI” DEL SESSO. Appartamenti trasformati in alcove. Semplici abitazioni utilizzate per ricevere i clienti contattati per la maggior parte delle volte attraverso annunci on line o sulla stampa. A San Berillo qualche mese fa sono state sequestrate delle case che venivano utilizzate per prestazioni sessuali, il proprietario dell’immobile era completamente consapevole dell’uso che l’affittuario doveva farne e per questo è stato denunciato. Veri e proprio appartamenti destinati proprio a squillo con canoni di locazione ad hoc. Un business quello degli affitti a “luci rosse” in aumento.

LAVORO INVESTIGATIVO. Inchieste delicate sono quelle svolte dagli agenti della Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione. Le indagini possono scattare per una denuncia di una vittima o da input raccolti durante i costanti e frequenti controlli del territorio predisposti dalla Questura per fronteggiare il fenomeno della prostituzione. Pedinamenti, appostamenti, intercettazioni, interrogatori: sono molte le strategie info-investigative utilizzate dalla polizia. Un lavoro che ha permesso di ricostruire metodologie e anche tariffari. Dai 30-50 euro per la prostituzione su strada, ad un sovrapprezzo di qualche decine di euro per un massaggio “hot”, fino a prezzi di oltre 100 – 120 euro per una prestazione all’interno di un privè.


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