PALERMO – “Palermo, zona porto, massimo relax, persone vaccinate, abbandona i tuoi sensi…”, recita uno dei tanti annunci nelle bacheche degli incontri on line. Al telefono risponde una voce giovanile. “Sono italiana”, precisa subito. Per il restante contenuto della conversazione non serve chissà quale sforzo di immaginazione. Il vaccino è un requisito fondamentale nella Palermo del Covid e del sesso. Dopo mesi di stop forzato il mercato si è rimesso in moto.
Un tempo nelle case a luci rosse ci lavoravano le ragazze orientali o dell’Est Europa, ora ad accogliere i clienti sono sempre più donne palermitane. Giovani e meno giovani. La domanda aumenta e l’offerta si adegua. Alcune lavorano in proprio, altre sotto il controllo di una maîtresse.
Prima era facile distinguere i centri massaggi hot dietro le insegne cinesi. Ora si riconoscono dal viavai sotto gli immobili. Si passa sempre dagli annunci on line. I telefoni squillano senza soluzione di continuità.
La tenutaria di una delle ultime case scoperte dagli investigatori, Maria Arena, così sostiene l’accusa, in poco più di un mese aveva gestito quasi 400 telefonate di clienti. Un vorticoso giro di contatti alimenta la macchina del sesso a pagamento.
I sigilli, per ultimo, sono stati apposti in via Bonanno non lontano da via Libertà, in via Serenario, nella zona di via Dante, e in via Chiaramonte, nei pressi del Policlinico. Bisogna regolare il traffico altrimenti accade, ed è avvenuto, che i clienti protestino per il sovraffollamento.
Negli appartamenti si incontrano cinque, sei clienti per volta. Troppi, soprattutto per garantire la discrezione. Chi sono i clienti? Professionisti, imprenditori, impiegati, operai, gente che arriva in città per lavoro e sa già che al’indomani andrà via, ma anche ragazzi alla prima esperienza. Alcuni clienti sono stati fermati dai poliziotti appena scesi in strada.
Il loro racconto è servito a puntellare le indagini. Raccontano di stanze con luci soffuse, candele profumate accese e contenitori con i profilattici. Si inizia con un massaggio e si conclude con un rapporto orale, al costo di 50 euro. Chi vuole andare oltre fa la sua proposta alla donna che gli sta di fronte. Il prezzo aumenta.
E le donne che vendono il proprio corpo, chi sono? Studentesse universitarie che affronti i costi della permanenza fuori sede, chi lo fa perché vuole guadagnare parecchi soldi, donne di 40 o di 50 anni costrette da un percorso di vita che speravano fosse diverso da com’è. Un marito, dei figli, una vita normale, poi tutto precipita. Il divorzio, gli alimenti non pagati e allora ci si sbraccia per andare avanti.
Alcune, spesso le più giovani, si pentono della scelta. Una di loro racconta l’incontro con un uomo: “Era bruttissimo con una pancia enorme e i denti sporchi. Il rapporto è avvenuto in una casa fuori Monreale, faceva freddissimo, c’era solo una stufa”. Riescono a uscire dal giro, ma dimenticare è impossibile.