"Masso killer" a Monte Gallo| Orlando e Cammarata in aula

“Masso killer” a Monte Gallo| Orlando e Cammarata in aula

Il masso che uccise l'anziana

Commenti

    La colpa per la poveretta morta e di tutti coloro del comune a qualsiasi titolo che non hanno fatto nulla per sgomberare le abitazioni pur sapendo del rischio crolli. Meritano di finire in galera. Altro che rimpallo di responsabilità

    Si però quando si costruisce abusivamente e consapevolmente in luoghi pericolosi si è anche passibili di omicidio colposo tanto quanto dei funzionari di un ente (il comune di Palermo) in cui controllare, verificare,sanzionare, demolire e punire sono parole al vento. La quotidianità è la vera regola della vita civile a Palermo. Un cittadino costruisce abusivamente: se succede il disastro pagano persone che nemmeno possono immaginare che vi sia la costruzione abusiva…. La verità è che il concorso di colpa in omicidio colposo, che poi si traduce direttamente in omicidio colposo (e con le stesse pene), è una assurdità incredibile. La villetta è stata costruita in zona pericolosa? La colpa è di chi l’ha costruita… (vedi l’alluvione di Casteldaccia) non di altri!!! non di chi non a controllato. In Italia migliaia di persone per bene si ritrovano ad essere omicidi perché un combinato di normative li fanno diventare così…ma alla fine non hanno fatto nulla di male. Per ogni incidente mortale sul lavoro (700 circa nel 2018) ci sono 2100 indagati e possibili condannati per omicidio colposo senza avere reali colpe oggettive.
    In più pensate a quanto si guadagna da un risarcimento….

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E allora? Dov'è la notizia se tutto rientra nella norma. Ebbene, questo è il mese dell'ipocrisia (avete presente la valanga di "auguri" urbi et orbi?), quindi ci sta tutto e calza a pennello lo stupore per il "caro voli" che, invece è un fatto ordinario e ricorrente. Che Natale sarebbe senza l'albero, il presepe, il panettone e i politici che si stracciano le vesti per il caro voli? E, ovviamente, l'informazione che torna a battere sugli stessi tasti, stavolta con la piccola variante del concorso. Ok, tranquilli, passerà. Ma tornerà puntualissimo a Pasqua, insieme alla colomba e alle uova. Insomma, qual è la novità?

Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

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