CATANIA- Cemento depotenziato, truffa e corruzione. Scatta la maxi inchiesta della Procura sulla Circumetnea, il secondo ente appaltante in Sicilia dopo l’Anas, che gestisce i trasporti ferroviari e la metropolitana alle falde dell’Etna.
Sotto l’attenzione degli investigatori della guardia di finanza, coordinati dai pm Giovanni Salvi, Antonino Fanara e Agata Santonocito, sono finiti gli appalti della Sigenco, l’impresa di Santo Campione che sta realizzando alcune tratte della metropolitana. Numerosi i capi d’indagine, si va dall’accusa di truffa nelle pubbliche forniture, all’abuso d’ufficio, falso e anche corruzione.
Il primo capo sulla truffa nelle pubbliche erogazioni vede indagati Santo Campione, amministratore delegato della Sigenco, Antonino Millazzotto, direttore tecnico della Sigenco, Salvatore Forzese, capo cantiere della tratta Giovanni XXIII-Stesicoro, Salvatore Innocente, capo cantiere della tratta Borgo Nesima e Salvatore Fiore, dirigente tecnico e direttore dei lavori della Ferrovia Circumetnea. Tutti, in concorso, sono accusati di aver utilizzato “per la realizzazione delle opere di consolidamento degli scavi, grandi quantità di cemento di qualità inferiore a quella pattuita e documentata, con gravi pericoli per la pubblica incolumità”.
Con l’accusa di abuso d’ufficio e truffa aggravata, sono indagati Sergio Festa, direttore generale Fce, Santo Campione, Sebastiano Pelizza, consulente della Sigenco e Daniele Peila.
Altro capo d’indagine riguarda il concorso in frode nelle pubbliche forniture, gli indagati sono Santo Campione, Salvatore Fiore, Antonino Millazzotto e Salvatore Innocente: tutti avrebbero “realizzato l’impermeabilizzazione delle gallerie con materiale di qualità inferiore a quella pattuita perché contenente un quantitativo di prodotto da miscelare inferiore a quello necessario per ottenere l’effettiva impermeabilizzazione”. Viene contestata anche l’aggravante “di aver cagionato alla Fce un danno patrimoniale di rilevante gravità”.
Tra gli indagati anche Salvatore D’Urso detto “Tuccio”, con l’accusa di abuso d’ufficio e falso, perché nella qualità di direttore dell’Ufficio Speciale Emergenza Traffico del comune di Catania, nato con i poteri speciali conferiti da Silvio Berlusconi, sarebbe stato nominato, “pur avendo percepito compensi dal consorzio Uniter come Rup dei parcheggi Verga e Africa”, componente della commissione di collaudo e collaudatore statico delle opere che doveva eseguire l’Uniter per la Fce. L’accusa di falso a carico di D’Urso riguarda la sua attestazione, nella qualità di pubblico ufficiale, “di non trovarsi nelle condizioni di incompatibilità”.
Con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio è indagata Elena Molinaro, dirigente del Dipartimento ministeriale dei Trasporti, che avrebbe redatto “relazioni favorevoli all’approvazione delle opere appaltate”, e sarebbe stata nominata membro della commissione di collaudo delle opere della metropolitana.
E ancora, Salvatore Fiore, dirigente tecnico della Fce, cioè il controllore delle opere della Sigenco, è indagato per corruzione insieme a Santo Campione: Fiore avrebbe “concordato”, per “compiere atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, l’assunzione presso la Sigenco della propria sorella Caterina Fiore, non indagata, con la mansione di segretaria dello stesso Campione”.
Tra gli indagati anche pezzi da novanta del panorama non solo siciliano. Giovanni Tesoriere, preside della facoltà di ingegneria della Kore, è indagato con l’accusa di corruzione insieme a Santo Campione. Quest’ultimo avrebbe promesso a Tesoriere “che accettava”, un compenso “quale prezzo dell’attività svolta, quale componente della commissione interministeriale che il 7 dicembre 2006 esprimeva parere favorevole sul progetto esecutivo validato e sulle varianti relative alle tratte della metropolitana catanese”. Per ottenere i soldi, Tesoriere, avrebbe inviato una fattura “per prestazioni in realtà mai effettuate in favore della Sigenco, il cui importo era lasciato in bianco e che il Campione avrebbe dovuto riempire”.
C’è un capo d’indagine sul concorso in disastro colposo che vede indagati Roberto De Pietro, nella qualità di coordinatore Pianificazione della Fce e collaboratore di Fiore nella direzione dei lavori, insieme a Santo Campione e Salvatore Innocente. Tutti, nell’eseguire i lavoratori della metropolitana, avrebbero cagionato il crollo della sede stradale di via Bolano, nonostante fosse stata “già identificata la natura geologica del terreno che poteva causare proprio un evento del genere poi verificatosi”.
De Pietro, Millazzotto e Rosario Randazzo, geologo consulente della Sigenco, sono indagati con l’accusa di concorso in falso perchè l’11 giugno del 2008, in un momento antecedente al crollo di parte della circonvallazione catanese, avrebbero redatto un verbale di “accertamento per la verifica del fronte”, nel quale attestavano “falsamente”, che era stata riscontrata “la stessa tipologia del terreno ipotizzato negli studi di caratterizzazione geologico strutturale del progetto”.
Con l’accusa di corruzione, è indagato anche Enrico Maltauro, amministratore delegato del gruppo Maltauro Costruzioni, che avrebbe corrisposto a Giuseppe Chiofalo, capo della segreteria tecnica del sottosegretario ai Trasporti Raffaele Gentile, “una somma di denaro trasmessa a mezzo bonifico bancario sul conto corrente appositamente aperto dal chiofalo a nome del centro studi Cetras, e dalla società Ambiente e Sicurezza, quale prezzo della disponibilità del Chiofalo a favorire il gruppo Maltauro”. Questo rapporto tra Maltauro e Chiofalo avrebbe, secondo le ipotesi della magistratura, “consentito l’interessamento al buon esito di provvedimenti dell’amministrazione”, e a questo proposito gli inquirenti puntano l’attenzione sulla delibera del Cipe sulla viabilità secondaria, sull’affare relativo alla realizzazione di un’autostrada in Romania e un’altra in Albania. Il pagamento sarebbe avvenuto il 30 gennaio 2008.
Le repliche.
Santo Campione, contattato da LivesiciliaCatania, minimizza: “Si tratta di fatti pregressi, abbiamo già risposto alla magistratura con ampia documentazione attestante la correttezza del nostro operato sotto tutti i punti di vista, sono sicuro che l’intera vicenda sarà archiviata”.
Secondo l’ingegnere Tuccio D’urso, si tratta di “roba preistorica già prescritta”.
Sergio Festa, si dice “sereno, perché la nomina è avvenuta 20 giorni prima che io lasciassi l’incarico”. “Lasciamo alla magistratura -aggiunge Festa- il compito di accertare i fatti, noi al momento non conosciamo gli atti del faldone, ma soltanto gli avvisi che ci sono stati notificati”.
Giovanni Tesoriere si dice “sicuro della totale estraneità rispetto alle ipotesi della magistratura”. “Il 17 dicembre -spiega Tesoriere a LivesiciliaCatania- quando è stato fatta la delibera di cui si parla, non facevo ancora parte della commissione ministeriale. La nomina mi è stata notificata -aggiunge l’ingegnere ennese- un mese dopo la delibera, nel gennaio del 2007. Quanto alla fattura di cui si parla, –conclude Tesoriere– è relativa a prestazioni che ho effettuato un anno dopo su incarico della Sigenco”.
Tommaso Tamburino, difensore di Salvatore Fiore, già assolto in primo grado nel processo sull’Ufficio speciale emergenza traffico, spiega a LivesiciliaCatania che i legali “attendono di conoscere gli atti su cui si fonda la contestazione: sta di fatto che dai prelievi eseguiti dalla Direzione dei lavori è sempre emersa la buona qualità dei materiali utilizzati. Non capiamo pertanto -aggiunge Tamburino- su cosa possa fondarsi il convincimento che il cemento armato ed il materiale per l’impermeabilizzazione delle gallerie sarebbe di qualità inferiore a quella pattuita. Siamo comunque fiduciosi -conclude il legale di fiducia di Salvatore Fiore- nell’operato della magistratura convinti che la prosecuzione delle indagini dimostrerà la correttezza della condotta della direzione dei lavori”.
La segreteria del Gruppo Maltauro di Vicenza, ha annunciato che Enrico Maltauro commenterà la notizia dell’indagine sul suo conto nelle prossime ore.
Leggi l’intervista a Santo Campione (CLICCA QUI)