I giudici smentiscono Crocetta | La Regione fuori dal processo - Live Sicilia

I giudici smentiscono Crocetta | La Regione fuori dal processo

Il caso Cannova. Dopo le polemiche sulla mancata costituzione di parte civile, il governatore, Rosario Crocetta, aveva respinto accuse e polemiche: "Tutta colpa di un difetto di notifica". Oggi viene smentito dal tribunale.

Mazzette e rifiuti
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PALERMO – La Regione è fuori dal processo Cannova. Definitivamente tagliata fuori dalla possibilità di ottenere un risarcimento danni, almeno in sede penale, da un suo presunto dipendente infedele che avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Il Tribunale ha respinto la costituzione di parte civile della Presidenza della Regione nonostante il tentativo, maldestro, del governatore Rosario Crocetta di giustificare un governo, il suo, e una pubblica amministrazione troppo distratti per accorgersi di essere stati citati come parte offesa nel processo.

“Ci costituiamo parte civile. Lo facciamo ora perché c’è stato un difetto di notifica. Confidiamo che il Tribunale ci ammetta alla luce di quanto accaduto” disse il 18 febbraio scorso Crocetta cercando di archiviare il caso. Ed invece il Tribunale, presieduto da Vincenzina Massa, ha respinto la sua richiesta al termine di una fulminea camera di consiglio. Troppo evidente la distrazione smascherata dagli avvocati di Cannova, Massimo Motisi e Lorenzo Bonaventura.

Lo schiaffo alla credibilità della Regione siciliana si concretizza nella notifica che un ufficiale giudiziario ha consegnato a Palazzo d’Orleans il 5 novembre scorso. Una notifica che i due legali hanno trovato dove era normale che venisse conservata, nel fascicolo del processo in mano ai pubblici ministeri Daniela Varone e Alessandro Picchi. E stamani l’hanno sventolata sotto il naso del rappresentante dell’Avvocatura dello Stato. È la stessa Avvocatura che motivò la scelta di non costituirsi parte civile, sostenendo che la corruzione “non costituisce allarme sociale”, e il danno all’erario era esiguo. Poi, il governatore cercò di correre ai ripari e con un delibera di giunta allontanò il sospetto della distrazione. La notifica – disse – non era arrivata.

Secondo l’accusa, Cannova avrebbe intascato mazzette. Oltre a lui sotto processo ci sono Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, nel Messinese, Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della Soambiente di Agrigento. Il funzionario palermitano, nel corso di un interrogatorio, ammise di avere intascato tangenti per facilitare le pratiche degli imprenditori. Bastava pagare per evitare i controlli nelle discariche e le possibili chiusure. Il prezzo della corruzione sarebbero stati migliaia di euro in contanti – diecimila euro o forse più – televisori ultramoderni e soggiorni in alberghi di lusso. Fatti gravi tanto che, alla scorsa udienza, il Tribunale respinse la proposta di Cannova di patteggiare quattro anni di carcere.

Una gravità che Crocetta non perse tempo a sottolineare durante una conferenza stampa, subito dopo il blitz: “Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l’inizio. Stiamo vagliando l’ipotesi della confisca o dell’esproprio per pubblica utilità delle discariche private”. Ed ancora: “Da quando c’è questa amministrazione non ci sono più coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere più incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno pensare: altro che tangentopoli… . Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanità…”. Sono tutti temi caldissimi, diventati materia dei dossier consegnati in questi mesi da Crocetta in Procura per denunciare il malaffare che si annida nella pubblica amministrazione regionale. Un via vai negli uffici giudiziari, quello del governatore.

C’è un tempo per le conferenze stampa e gli annunci. E c’è un tempo in cui alle parole possono seguire i fatti. Così avevamo scritto quando per primi rilevammo la pesante assenza della Regione al processo. Oggi Crocetta ha perso un’occasione per concretizzare, con un piccolo grande gesto, la sua smania di legalità.

 


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