Sono 2.254 i medici no vax sospesi per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale, fra essi ci sono anche odontoiatri. In totale sono quasi 30mila (29972 per la precisione) quelli ‘sotto osservazione’, perché i loro nominativi sono stati segnalati dall’ultima interrogazione della Piattaforma nazionale digital green certificate: il 6,4% dei 467800 iscritti agli Albi. In quindici giorni, inoltre, si registrano 3700 medici vaccinati in più. A comunicarlo la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
La verifica automatizzata del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione anti SARS-CoV-2 spetta alle Federazioni. Sarà poi compito degli Ordini territoriali verificare la posizione degli iscritti e, ove risultino realmente essere medici no vax, sospenderli. Quello che scaturisce dall’interrogazione della piattaforma è infatti un dato grezzo, che certifica solo l’avvenuta o non avvenuta vaccinazione ma non tiene conto, ad esempio, delle vaccinazioni effettuate all’estero, di quelle non ancora registrate, o dell’insussistenza dei presupposti per l’obbligo o delle prenotazioni effettuate o di certificazioni di esenzione o di differimento per ragioni di salute.
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Salgono dunque a 437.828 i medici sicuramente vaccinati secondo i protocolli previsti dalla normativa: il 93,6% del totale, appunto. Lo scorso 21 gennaio erano 434155, il 92,8% di tutti gli iscritti. I sospesi erano invece 1972. “Ma i vaccinati sono sicuramente molti di più – spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. Gli Ordini stanno procedendo con le verifiche e con le sospensioni, che sono una piccola percentuale rispetto al dato grezzo: segno che molti dei medici segnalati dalla piattaforma sono in realtà vaccinati non ancora registrati, o guariti, o esenti, o comunque in regola.
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Quello che è certo è che 3673 medici, nelle ultime due settimane, si sono vaccinati, o hanno dimostrato di essere in regola con l’obbligo. Le verifiche sono costanti, così come l’aggiornamento degli Albi, con sospensioni e revoche delle stesse, da parte degli Ordini”. L’intento, conclude, “è quello, previsto dalla legge, di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”.