PALERMO – “Noi abbiamo salvato il carcere duro, noi abbiamo difeso la legislazione antimafia, noi negli ultimi otto mesi abbiamo arrestato 1.300 mafiosi”. La premier Giorgia Meloni, uscendo dalla prefettura di Palermo dove ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza nel giorno in cui si ricordano Paolo Borsellino e i cinque agenti morti nella strage di via D’Amelio, parla di “fatti”. Per rimarcarlo ripete la parola tre volte e lo fa per spegnere le polemiche che, dice, qualcun altro ha deciso di accendere.
L’omaggio ai caduti della scorta, poi la prefettura
La presidente del Consiglio ha prima deposto una corona di alloro nella lapide della caserma Lungaro che ricorda gli agenti di scorta caduti nel ’92 e poi ha partecipato ad un comitato per l’ordine alla sicurezza convocato dalla prefetta Maria Teresa Cucinotta. Un briefing veloce sulla lotta alla criminalità organizzata. Quindi l’incontro con i giornalisti. Meloni ribadisce che il tema del concorso esterno, sollevato dal ministro della giustizia Carlo Nordio, non è all’ordine del giorno del suo governo. Il reato c’è e ci sarà ancora.
Parla di notizie inventate riferendosi alla scelta di partecipare per evitare contestazioni solo ad appuntamenti istituzionali e non alla tradizionale fiaccolata organizzata per stasera dalla destra.
La premier poi passa al contrattacco rispetto alle polemiche sulla sua assenza oggi dalle celebrazioni sul luogo dell’eccidio e dalla fiaccolata di questa sera. “Ci sono temi sui quali non ci si dovrebbe dividere né fare polemiche – dice la presidente del Consiglio rispondendo ai cronisti presenti davanti a Villa Whitaker – . Mi ha colpito quello che ho letto questa mattina su alcuni quotidiani in merito alla mia assenza oggi. Una polemica inventata – sottolinea Meloni – quella secondo la quale avrei scelto di non partecipare alla fiaccolata per paura di contestazioni o per ragioni di ordine pubblico. Una notizia completamente inventata”.
Meloni: “Non scappo mai, soprattutto se si parla di mafia”
La premier poi prosegue: “Il rischio di contestazioni, forse, dovrebbe arrivare dai mafiosi stessi dal momento che questo governo ha messo in sicurezza le leggi contro la mafia e che negli ultimi mesi sono stati arrestati oltre 1.300 mafiosi – ironizza -. La mia assenza dalla fiaccolata è dovuta a un problema d’agenda, dal momento che avevo assicurato la mia presenza questa sera a una iniziativa della guardia costiera. E così – continua – ho scelto di fare la cosa più istituzionale venendo in prefettura ma probabilmente le polemiche ci sarebbero state ugualmente”. E infine: “Sono una persona che si permette di camminare a testa alta, non scappo mai e in particolar modo se si parla di mafia”