Messina Denaro, l'arresto visto dai bar: "Si fici pigghiari..."

Messina Denaro, l’arresto visto dai bar: “Si fici pigghiari…”

La cattura del superlatitante.
L'ARRESTO DI MESSINA DENARO
di
2 min di lettura

Ci sono sentimenti popolari che accompagnano uno degli eventi del secolo. Nel bar collettivo punteggiato da diversi locali, tra viale Strasburgo, lo Zen e via Libertà, l’arresto di Matteo Messina Denaro si commenta con la stessa enfasi della partita del Palermo, come un successo anche sportivo. Qualcuno ha fatto gol, qualcun altro lo ha preso. Ma – è bene dirlo per allontanare i dannati luoghi comuni in capo a Palermo e alla Sicilia – il tifo è tutto per i buoni. Sembrerebbe ovvio, eppure non lo è. Se la mafia ha regnato a lungo ed è ancora viva e vegeta significa che ha degli aficionados tra il pubblico, magari nascosti, ovvero ammucciati.

A un tavolino quattro ragazzi sono alle prese con un problema di matematica. Sono studenti universitari che preferiscono affrontare la materia con il conforto del caffè. “Cosa penso della cattura di Messina Denaro? – dice il più loquace e meno angosciato dall’esame – Mah… certamente è una cosa bellissima, un risultato storico. Complimenti alle forze dell’ordine, però…”. Però? “Ecco, mi sembra anche una vicenda particolare. Latitante inafferrabile per lunghissimo tempo e poi dove lo prendono? A Palermo, come se niente fosse”. E la testa riccioluta prende congedo, chinandosi, ancora una volta, sui libri.

All’interno, accanto alla cassa si guarda la diretta televisiva, le fasi della cattura, la gioia dei cacciatori, la mestizia della preda, con quel suo berrettino bianco e un aspetto dimesso. “Chistu era Messina Denaro?”, dice uno ai suoi compagni di osservazione. Gli altri scuotono la testa. C’è sempre una notevole distanza tra il boss percepito e misterioso, negli identikit, saldato al mito della sua inafferrabilità, e il criminale in carne e ossa. Il secondo appare invariabilmente meno forte.

La maggior parte dei convenuti per l’espresso di rito è informato dei fatti, solo qualche superstite dell’era dei giornali cartacei casca dalle nuvole e non ci crede, pensando a uno scherzo: “Hanno preso Messina Denaro? Sì, vabbè…”. E siccome il bar è, immancabilmente, un ritrovo per retroscenisti, ecco che, nella soddisfazione generale, incedono discorsi dalla sfumatura differente. Come quando segni per un rigore che non c’era.

E, alla fine, qualcuno lo dice: “Vabbè, si fici pigghiari…”. Si è fatto prendere. Non è un commento nuovo. Nei bar di Palermo, ma non solo nei bar di Palermo, ci fu chi mormorò lo stesso pensiero nei giorni degli arresti di Riina e Provenzano. Non sarebbe, insomma, lo Stato che trionfa, è Cosa nostra che si consegna.

Un retro-pensiero che non rende giustizia a uno splendido risultato investigativo, dopo anni di ricerche. I boss sono esseri umani come tutti, dunque fallibili e sicuramente falliti. A cominciare dalla scelta di morte che hanno sposato, che ha inondato di lacrime la vita degli altri e bruciato, per sempre, la loro stessa vita. (Roberto Puglisi)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI