Messina Denaro all'Aquila: intervento 'tecnicamente riuscito'

Messina Denaro operato all’Aquila: intervento ‘tecnicamente riuscito’

Ecco perché l'ex padrino è stato operato e quando verrà dimesso

L’AQUILA – Il boss Matteo Messina Denaro, trasportato nella prima mattinata in mezzo ad un rilevante spiegamento di forze e misure di sicurezza straordinarie dal carcere di massima sicurezza dell’Aquila, dove è rinchiuso in regime di 41 bis all’ospedale San dell’Aquila, ha subito un intervento chirurgico urologico non invasivo per una problematica che non sarebbe collegata al tumore al colon contro cui sta combattendo da anni.

L’operazione, secondo quanto si è appreso da fonti mediche, è “tecnicamente riuscita”: in sostanza è stata eseguita con successo, anche se si dovrà aspettare il normale decorso per sapere se la problematica è stata risolta definitivamente. Non è escluso che possa essere necessario una seconda procedura.

Il 62enne ex superlatitante, arrestato lo scorso 6 gennaio a Palermo e dal giorno dopo trasferito nel carcere della frazione aquilana di Preturo, dovrebbe uscire dall’ospedale, – da stamani blindato – domattina presto nel rispetto della stima fatta alla vigilia secondo cui il ricovero sarebbe durato al massimo due giorni. Le dimissioni avverranno solo dopo l’ultimo controllo dell’urologo.

Nel corso della giornata si era fatta largo la ipotesi che Matteo Messina Denaro, apparso di buonumore, potesse lasciare la struttura già in serata. Dopo le cure nel reparto di Urologia, il boss in serata sarà trasferito nella cella per detenuti situata all’interno dell’ospedale, ristrutturata nei mesi scorsi proprio in seguito alla decisione delle istituzioni di rinchiudere il mafioso all’Aquila.

Ad assistere l’ex padrino, oltre ai medici, sarebbe una task force di operatori formati per situazioni così delicate. Secondo quanto trapelato, il boss è stato visitato anche dagli oncologi, però in base ad un controllo ordinario, visto che le condizioni di salute risultano stazionarie.

Per il tumore Messina Denaro viene sottoposto alle sedute di chemioterapia, somministrazioni che vengono fatte nell’ambulatorio ricavato nel carcere di fronte alla sua cella.


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