MESSINA – Tutto tace. Il futuro del Messina è un rebus irrisolvibile, a cui forse neanche lo stesso Pietro Lo Monaco può dare una risposta definitiva. Il 30 giugno è vicino ma anche tremendamente lontano, perché proprio quel giorno è stato più volte indicato dal patron come termine ultimo della propria avventura in riva allo Stretto, ma è chiaro che la retrocessione sul campo non consente all’ex dirigente del Catania di lasciare, portandosi dietro un credito verso la piazza.
La stessa piazza che da giorni vive una sorta di spaesamento davanti alle ultime dichiarazioni del patron, pronto a rispondere alle domande circa il futuro del Napoli o sull’approdo di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Milan, senza mai spendere una sola parola per il futuro della società peloritana, che vive in bilico tra il responso del campo e le chance di un possibile ripescaggio in Lega Pro.
Già perché se i playout hanno spedito i giallorossi in Serie D, ben 20 su 60 squadre della Lega Pro rischiano di non iscriversi al prossimo campionato, alcune di queste proprio nel girone del Messina come Barletta, Foggia. Ischia o Benevento. Sulle modalità di ripescaggio però dipenderà molto dal prossimo consiglio federale, visto che attualmente solo per richiedere la riammissione tra i professionisti serve una fideiussione di 600mila euro a fondo perduto, cosa che non piace a molte società. Anche se attualmente la domanda che si pongono tutti è: la richiesta sarà fatta sempre dal Messina di proprietà di Pietro Lo Monaco? Una domanda a cui forse neanche il diretto interessato è in grado di rispondere.