Migranti: Salvini, M5s, i buonisti | Ma la Sicilia non premia i "duri" - Live Sicilia

Migranti: Salvini, M5s, i buonisti | Ma la Sicilia non premia i “duri”

Siciliani al voto nelle ore del caso 'Aquarius'. Ma il tema immigrazione non 'spinge' i gialloverdi

IL VOTO DELLE AMMINISTRATIVE
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PALERMO – Nelle ore in cui i siciliani sceglievano nome e simbolo preferito in occasione delle Amministrative, rimbalzavano su tutti i media le vicissitudini della nave Aquarius, rimasta senza un porto nel quale approdare, dopo il “no” del ministro dell’Interno Salvini. In quelle ore, autorevoli esponenti del Movimento 5 stelle assumevano pubblicamente posizioni molto dure, in chiara sintonia col leader leghista. Persino più leghisti dei leghisti oggi i deputati Cinquestelle, quando all’Ars hanno deciso di abbandonare l’Aula per protesta, nel momento in cui ha preso la parola la presidente della Repubblica maltese, Marie Louise Coleiro. Mentre i grillini uscivano, l’unico leghista di Sala d’Ercole, Tony Rizzotto, restava al suo posto.

Vai a capire se e come queste vicende di immigrazione e scontri istituzionali hanno influenzato il voto alle ultime amministrative. Se il tema ha in qualche modo orientato le preferenze dei siciliani. Cioè gli inquilini di quella regione che, a dire il vero, più di ogni altra doveva – per forza di cose – risultare sensibile al tema: Aquarius avrebbe probabilmente attraccato in un porto dell’Isola, se non fosse arrivato il veto del Viminale. E nelle prossime ore, quasi mille migranti arriveranno a Catania, come tragico preludio alla prevedibile estate di viaggi della disperazione.

Eppure, nonostante quelle notizie, e nonostante il varo di un governo che sui temi dell’immigrazione incarna la linea dura di una Lega coerente con i propri principi, il voto nei Comuni siciliani è andato altrove. Non ha premiato né la Lega che con i suoi candidati si è tenuta ben lontana dalle percentuali di Regionali e Politiche, né il Movimento 5 stelle dove si è già aperta una frattura evidente proprio sui temi dell’immigrazione.

Nelle ore in cui Salvini e alcuni esponenti grillini facevano i “duri” contro i “buonisti”, si registrava infatti una flessione di quei simboli alle elezioni. Flessione che appare evidente nel caso del Movimento cinque stelle, che proprio al Sud ha fatto recentemente il pieno di voti. I grillini non hanno nemmeno sfiorato il ballottaggio a Catania e Trapani, lontani anche a Siracusa e Messina.

La Lega, dal canto suo, non ha ricevuto alcuna spinta dagli ultimi fatti di cronaca. I siciliani sembra che non abbiano sentito, nei giorni caldi delle polemiche con Tunisia e Malta, il desiderio di mettere una “ics” sul candidato leghista, a prescindere dal nome.

Logiche proprie delle elezioni amministrative, si direbbe. Anche se il fenomeno è generalizzato. E in qualche caso può anche essere indicativo. Soprattutto in quei due capoluoghi, Trapani e Siracusa, i cui territori limitrofi sono meta di sbarchi (molto frequenti nel Siracusano, non sporadici nel Trapanese). A Trapani come a Siracusa, non a caso, la Lega ha deciso di rompere l’asse col resto del centrodestra, provando ad andare da sola.

“Puntiamo al voto d’opinione” ammetteva Bartolo Giglio, candidato leghista a Trapani, in una intervista a Livesicilia. A un voto, cioè, che raccogliesse il consenso per il progetto politico della Lega, al di là del candidato. Ma il risultato è stato ben più deludente dell’obiettivo del 5 per cento fissato dallo stesso candidato: 2,14 per cento. Persino peggio è andata a Siracusa. Lì, il candidato della Lega Ciccio Midolo era stato molto chiaro: “Al centro del mio programma – ha detto ad esempio a Meridionews – c’è innanzitutto la sicurezza e il contrasto verso il fenomeno dell’immigrazione. Oltre a questo mi opporrò alla costruzione di nuove moschee e all’apertura di nuovi centri di accoglienza”. Un programma che non ha riscaldato i siracusani: per lui infatti ecco appena l’1,34 per cento dei voti. Persino dove la Lega ha vinto, non può esultare: la lista a sostegno di Salvo Pogliese a Catania, ad esempio ha racimolato l’1,68 per cento dei voti, poco meglio a Messina dove la lista a sostegno di Bramanti ha raggiunto il 2,53 per cento. Dati assai diversi da quelli delle Politiche e delle Regionali, nonostante proprio in quelle ore, l’approdo siciliano era sferzato dalle notizie sul caso Aquarius, sui porti da chiudere in faccia ai migranti in arrivo. Tanto rumore. Ma pochi voti.


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