Milano e la paura del Coronavirus| Il racconto di un palermitano - Live Sicilia

Milano e la paura del Coronavirus| Il racconto di un palermitano

La stazione di Milano

Città quasi vuota. Si lavora da casa. La corsa al supermercato

A Milano tutto ok? “Per la prima volta si lavora da casa”, dice Andrea Vassallo che si definisce un “emigrato palermitano ventennale in terra milanese”. Sono gli effetti del Coronavirus.

Ieri pomeriggio Vassallo ha ricevuto, come tanti, una e mail aziendale. Le scuole sono chiuse e i dipendenti che hanno figli sino a 14 anni sono stati invitati a valutare di lavorare da casa.

“Per la prima volta in 20 anni la giornata comincia in modo diverso – aggiunge Vassallo -. È la città ad essere diversa. Fuori è una giornata bellissima, sole, leggera brezza. Non si sente il solito rumore di sottofondo della metropoli. Sembra di essere ad agosto, quando non c’è nessuno in città, siamo tutti rintananti in casa. È tutto molto strano. Credo di percepire cosa sia la vita di un carcerato. Non abbiamo fatto qualcosa contro la società, come sempre proviamo a rendere la nostra vita migliore lavorando, ma per ora è meglio restare a casa per paura di ammalarci. Ieri al supermercato la gente andava di fretta per fare le scorte. Scaffali vuoti. Sì, è davvero tutto molto strano, surreale”.


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