Minorenne pestato a sangue |I bulli: "Qui comandiamo noi" - Live Sicilia

Minorenne pestato a sangue |I bulli: “Qui comandiamo noi”

Lo hanno assalito in 5 perché, a causa del freddo, avrebbe chiesto di chiudere il finestrino dell'autobus che lo stava riportando a casa scuola. L'ennesima storia di violenza e bullismo arriva dalla provincia di Catania. La vicenda, che successivamente ha coinvolto anche i genitori degli aggressori, è stata denunciata dai familiari della vittima alla Procura della Repubblica.

MIRABELLA IMBACCARI
di
2 min di lettura

CATANIA – Calci e pugni per un 17enne della provincia di Catania, Mirabella Imbaccari, dalle già delicate condizioni fisiche, assalito lo scorso 10 gennaio da cinque coetanei subito dopo essere sceso dall’autobus che ogni giorno lo accompagna da casa a scuola. Prognosi di 30 giorni per il giovane, dimesso dall’ospedale Gravina di Caltagirone quattro giorni dopo l’accaduto, al quale sono stati diagnosticati un trauma OPN (ossa proprie del naso), ferita escoriata al collo, ferite escoriate sparse al cuoio capelluto, contusione regione frontale, contusione con edema emiviso sinistro con algia e difficoltà articolazione mandibolare sx.

Tutto cominciò intorno alle ore 14, quando Enrico, chiameremo così la vittima poiché minorenne, avrebbe chiesto ai suoi aggressori, passeggeri dello stesso pullman, di chiudere il finestrino dell’autobus a causa del freddo, ma questi, così come raccontano i genitori dell’aggredito a LiveSiciliaCatania, che hanno subito sporto denuncia alle autorità giudiziarie, si sarebbero rifiutati ed anzi, avrebbero più volte riaperto il finestrino dopo che la vittima si era alzata per chiuderlo da sè. “Qui comandiamo noi … tu non sai chi siamo noi … noi siamo i boss”, avrebbero detto i cinque con toni accesi.

Oltre al danno la beffa, così come racconta il padre di Enrico. “Dopo essere andato a sporgere querela alla Stazione Carabinieri di Caltagirone intorno alle ore 21 ritornai all’Ospedale, proprio qui fui fermato dal padre di uno dei ragazzi aggressori. Il quale piuttosto che chiedere scusa per la violenza iniziò a minimizzare il fatto dicendo che era una cosa da ragazzi a cui non dare troppo peso e che il figlio si fosse limitato a dargli “soltanto” un pugno”.

Poco dopo, altre minacce.  Erano le 22,30 circa quando approfittando dell’assenza dei familiari della vittima, alcuni genitori degli aggressori avrebbero fatto ingresso nella stanza dove era degente Enrico, qui, lo avrebbero invitato a ridimensionare i fatti accaduti. Il tutto mentre dalla finestra della stanza, a piano terra, così come denunciato dallo stesso minorenne sotto shock, alcune persone avrebbero iniziato a schiamazzare battendo sul vetro opacizzato e avvicinando le facce per cercare di farsi notare con fare intimidatorio, invitandolo a “non esagerare” esibendosi in schiamazzi e gesti volgari ed irridenti.

“Enrico è terrorizzato – concludono i genitori -. A seguito della sgradita visita notturna è stata richiesta dai medici consulenza psichiatrica in esito alla quale è stato diagnosticato uno stato d’ansia e depressione reattiva a nostro figlio. Questi atti di bullismo meritano la maggiore attenzione per il loro contenimento posto il fatto che in tutta evidenza gli aggressori, non trovano nei genitori personalità atte ad impedire ulteriori episodi di sopraffazione e di violenza fisica”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI