Togliere l’immunità ai parlamentari è stato un errore della politica che in questa maniera si è asservita al potere giudiziario che è in grado di condizionarne la vita.
Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, interviene all’ora di cena, in diretta nazionale e prende di petto Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, titolare delle indagini sulla trattativa fra istituzioni e mafia, allievo prediletto di Paolo Borsellino.
“Qualche giorno fa – ha detto Minzolini – il procuratore di Palermo Antonio Ingroia ha giudicato pericolosa la politica del governo sulla giustizia. Un’analisi sorprendente per un magistrato che si è dato un obiettivo ancora più improprio: quello, sono parole sue, di ribaltare il corso degli eventi. Un programma politico che Ingroia ha giustificato con la difesa della Costituzione, solo che la Costituzione che voleva salvaguardare, almeno su un punto sostanziale, non è quella originale”.
La modifica costituzionale intervenuta nel 1993, in piena Tangentopoli, ha tolto la norma introdotta dai padri costituenti. “L’ abolizione dell’immunità fu un modo per dimostrare che i costumi sarebbero cambiati” ha detto Minzolini.
Antonio Ingroia è intervenuto qualche giorno fa in un convegno organizzato dall’ex collega Luigi De Magistris ora europarlamentare dell’Idv. Un intervento certamente duro ma schietto. Ingroia ha detto che l’Italia da anni e governata da chi, come la mafia, cerca l’impunità e fa vacillare lo stato di diritto. Ha criticato la legge sulle intercettazioni e il depotenziamento degli strumenti in mano ai pm. Ha fatto notare come, a suo parere, gli interessi privati in questo paese stanno sovrastando quelli pubblici.
Noi pensiamo che il cittadino Antonio Ingroia (e il magistrato Antonio Ingroia) dovrebbe avere la possibilità di esprimere i suoi pareri e le sue critiche, senza il timore di essere – oggi o domani – ripreso in diretta nazionale dal direttore del Tg1. Che è una testata del servizio pubblico. Stasera, a ora di cena, cosa ha prevalso: l’interesse privato o quello pubblico?