Multe illegali con le ganasce |Sindaco dispone un'indagine - Live Sicilia

Multe illegali con le ganasce |Sindaco dispone un’indagine

“Multe illegali per le ganasce, migliaia e migliaia di euro ogni giorno e verbali taroccati quando si beccava l'auto dei parenti di un vigile”.

SCANDALO VERBALI TAROCCATI
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CATANIA – “Multe non legali, finalizzate a fare soldi mettendo le ganasce anche dove non era possibile e quando veniva verbalizzato il parente di un vigile, qualcuno taroccava il verbale”. Si difende così, ai microfoni di Livesicilia, con una rivelazione choc, l’ispettore dei vigili urbani Carmelo Arcifa, imputato di falso con l’accusa di aver taroccato una multa destinata alla nipote e invece recapitata direttamente al Procuratore Capo di Catania Carmelo Zuccaro. Il tutto cambiando un numero del verbale, così hanno beccato l’auto di uno dei magistrati più integerrimi che Catania abbia mai avuto.

“Originariamente -continua Arcifa – la multa era della macchina di mia nipote, una multa illegale, una multa che non doveva essere fatta, per una serie di motivazioni”.

L’ispettore dei vigili urbani svela un presunto sistema, che sarebbe stato architettato, negli anni passati, sostanzialmente per fare soldi sulla pelle degli automobilisti.

In molti ricordano gli anni delle ganasce facili a Catania, quando gli autocarri della Sostare, azienda che gestisce le strisce blu, facevano avanti e indietro piazzando ganasce gialle e notificando verbali salatissimi: chi non pagava, non otteneva la rimozione delle ganasce.

Arcifa non ha dubbi: “Erano multe non legali, definiamole così, poi chi le ha artefatte, per quale motivazione lo stabilirà la sentenza. Le multe non erano legali, finalizzate all’apposizione delle ganasce, facevano multe a ripetizione, con la carta carbone e mettevano di tutto in queste multe, per esempio sostenendo che si trattasse di “zona rimozione”, con sanzione accessoria delle ganasce. Dove c’è zona rimozione, bisogna rimuovere, non mettere le ganasce. Quindi come si giustificavano queste ganasce? Queste migliaia e migliaia di euro che ogni giorno andavano a rimpinguare le casse della Sostare, con quanta legittimità venivano fatti questi verbali?”.

Insiste Arcifa: “Ad un certo punto, con questa multa truccata e notificata al Procuratore, qualcuno capì che non era il caso di mettere ganasce a Catania con quel sistema”. Secondo Arcifa, le ganasce sarebbero state pretestuose e dopo la notifica del verbale truccato al Procurare, qualcuno avrebbe capito che era meglio evitare di continuare a installare ganasce che -secondo l’ispettore – sarebbero state illegittime se non, addirittura, illegali.

“C’è qualcosa che non quadra no? – continua ancora Arcifa – C’era un sistema marcio alla fonte. Quando poi si scopriva che c’era la figlia di un collega, la nipote di un altro collega, la moglie di un altro collega, allora si diceva: <<Meglio si evita di far capire che queste cose sono illegittime>>”, visto che i vigili urbani sarebbero stati al corrente del fatto che le ganasce erano un pretesto per fare soldi.

Una sorta di pax interna al corpo di polizia municipale, instaurata almeno al livello più basso, cioè tra coloro che fanno le multe. Ma dopo il taroccamento a danno del procuratore Zuccaro, qualcuno avrebbe capito che era meglio fermarsi.

C’è poi l’aspetto sollevato da Carlo Cittadino, l’ex revisore dei Conti del Comune di Catania, che getta pesanti ombre sui “tabulati delle multe prescritte tra il 2009 e il 2015”.

Le accuse dell’ispettore Carmelo Arcifa sono tutte da verificare, ma l’ombra che qualcosa non sia andato per il verso giusto, a Catania, negli ultimi anni, diventa pesante.

Peggio ancora è pensare, come ha accertato la magistratura, che i parenti dei vigili urbani siano riusciti a non pagare le multe, grazie al taroccamento dei verbali a danno dei cittadini.


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