"Nei Cinquestelle poca autocritica| La crisi? Flop anche di Cancelleri" - Live Sicilia

“Nei Cinquestelle poca autocritica| La crisi? Flop anche di Cancelleri”

Parla Ugo Forello, ex candidato sindaco M5s a Palermo e oggi fuori dal movimento: "È il fallimento della linea Di Maio, anche in Sicilia"

L'intervista
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3 min di lettura

PALERMO – Esprime “cautela” davanti all’ipotesi di un accordo tra Movimento cinque stelle e Pd per il governo del Paese, ricorda che “per primo” ha avvertito sui “rischi” del contratto di governo M5s-Lega e, anche se ormai fuori dalla galassia pentastellata, non lesina critiche al capo politico Luigi Di Maio e al suo “luogotenente” in Sicilia Giancarlo Cancelleri: “La loro è stata una linea politica fallimentare”. Sono lontani i tempi in cui Beppe Grillo incoronava Ugo Forello come l’arma del Movimento cinque stelle per sconfiggere Leoluca Orlando alle Amministrative di Palermo e oggi il co-fondatore di Addiopizzo, espulso dai pentastellati per la sua linea critica nei confronti dei vertici, analizza così la situazione nata dopo il dietrofront della Lega a Roma: “Non sono contento di avere avuto ragione, ma per primo avevo avvertito sulla inaffidabilità e sulla pericolosità della Lega”.

Lei è stato espulso ma le sue posizioni oggi sembrano tornate in voga nel movimento.
“Tutti dicono che è colpa della Lega e sicuramente la crisi di governo è stata creata dal Carroccio, ma mi sorprende che solo oggi queste persone scoprano la pericolosità di Salvini”.

Ravvedimenti tardivi?
“Il giorno prima era il più stretto collaboratore di governo e il giorno dopo per molti nel movimento è diventato un ‘ladro’ che ‘ha nascosto i 49 milioni di euro della Lega’. Se fosse vera la seconda versione, allora significherebbe che nel movimento qualcuno ha chiuso un occhio davanti al Salvini-alleato e questo, a mio avviso, non va bene. Non si può scoprire di colpo la pericolosità di Salvini”.

Crede che ci sia bisogno di autocritica nel movimento?
“L’autocritica è fondamentale, non solo per il compagno di governo ma anche per le scelte che sono state fatte. Il fallimento del governo M5s-Lega è il fallimento della linea dettata dal ‘capo politico’ e dai suoi luogotenenti, tra cui Cancelleri in Sicilia”.

Cancelleri è un deputato regionale, cosa avrebbe potuto fare davanti a scelte nazionali?
“Si è adeguato pedissequamente alla posizione di Di Maio, che non ha mai espresso un’autocritica o una riflessione rispetto agli errori che si stavano commettendo. Credo che anche in Sicilia, così come a livello nazionale, il movimento dovrebbe dare vita a un momento di confronto. Una riflessione che finora non c’è stata perché nessuno dei vertici ha ammesso la possibilità che siano stati commessi degli errori, anzi chi aveva messo in guardia rispetto alla Lega è stato buttato fuori. Se ci avessero ascoltato non saremmo arrivati a questo punto”.

Sembra che lei parli come se fosse ancora nei Cinquestelle, è ipotizzabile un suo rientro in futuro?
“Se il movimento non cambia mi sembra pura fantasia… ma lavorare a un fronte progressista assolutamente sì, è quello che ho sempre cercato di fare”.

A Roma M5s e Pd stanno avviando i primi faticosi passi di un dialogo.
“Sono molto cauto rispetto agli sviluppi di questi contatti. Non è una interlocuzione nata spontaneamente ma figlia della necessità. Un dialogo nato per forza all’indomani della rottura della Lega. Non è un’intesa semplice, anche perché il modello del ‘contratto di governo’ è già risultato fallimentare con Lega e M5s: due forze così differenti nei principi valoriali che non sono riuscite a trovare una intesa su come governare il Paese. Non auspico un patto di governo tra M5s e Pd ma una alleanza politica, questa però richiede capacità di mettersi in gioco e di cambiare anche la propria posizione su alcuni temi”.

Serve insomma “discontinuità” con il governo Conte, come chiede il Pd?
“È stato un governo di difficile definizione, contraddittorio. Su provvedimenti come i decreti sicurezza, ad esempio, il movimento dovrebbe fare autocritica. L’unica strada rispetto al sovranismo imperante, lo ripeto, è un dialogo tra forze progressiste ma i fatti dicono che il movimento non lo è. Se ritorna alle origini e ai valori fondanti allora sì che si potrà lavorare a una alleanza politica”.

Quali sarebbero i primi passi da compiere?
“Il precedente governo è stato caratterizzato dalla centralità dell’emergenza migratoria. Un nuovo esecutivo dovrebbe prima di tutto ristabilire la verità e affermare che in Italia non esiste una emergenza migranti, ma esiste piuttosto una emergenza climatica come nel resto del mondo. Dovrà essere un governo ecologista, pronto a mettere in campo una legge di bilancio che premi i cittadini ‘green’ e penalizzi chi inquina di più”.


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