PALERMO – “La questione del rimpasto non ha niente a che vedere con le elezioni europee”. Lo ripetono tutti, e non ci crede nessuno. “La nuova giunta non è legata alle liste”. Insistono il Pd e il governatore. E tutti sanno che non è così. Perché l’inasprimento dei rapporti tra Crocetta e il suo partito affonda proprio lì. A domenica scorsa. Quando la direzione regionale ha detto, sostanzialmente: “Il senatore Beppe Lumia non sarà candidato per il parlamento di Bruxelles”.
Una verità che non troverà mai spazio nei comunicati ufficiali del partito o di Palazzo d’Orleans. Ma che affiora, fa capolino ogni tanto se si compie un piccolo sforzo. Il documento sottoscritto ieri dal gruppo parlamentare alla presenza del segretario regionale del Pd Raciti, in effetti, chiude in questo modo: “Non può esserci alcuna relazione tra la composizione della lista del Pd alle elezioni europee, già approvata dalla direzione regionale, e la nascita del nuovo governo”. Una precisazione che evidentemente i vertici del partito hanno ritenuto necessaria. Un avvertimento al governatore che, come è noto anche alle sedie, auspica la presenza di Lumia nelle liste del Pd, per motivi personali e politici. Ma i nomi da proporre alla direzione nazionale, precisa il gruppo del Pd, “sono già stati approvati”. Quello, insomma, è un capitolo chiuso, secondo Raciti. Ma non secondo lo stesso Lumia, che ha, a caldo, precisato: “La questione non è chiusa”. E che oggi ha rilanciato: “Quella candidatura mi è stata chiesta dalla base e da alcuni dirigenti del Pd”. Una candidatura che dovrebbe sposare le esigenze “di cambiamento”. Proprio il motivo per cui il Pd ha deciso di non inserirlo in lista: Lumia è parlamentare da una vita.
Ovviamente, però, la vicenda delle liste non ha nulla a che fare con le scelte del governo regionale. Ma guarda caso, proprio il giorno dopo l’approvazione di quella risoluzione, è arrivata l’accelerazione del presidente sui direttori generali della Sanità. Un metodo “rabbioso” l’aveva definito il presidente della Commissione Salute Pippo Digiacomo. Ma appunto, perché quella rabbia, se le questioni che riguardano il governo regionale sono “slegate dalla questione delle liste per le Europee?”. Il legame invece c’è, eccome.
E tutto ruota attorno proprio a quel nome: Beppe Lumia. Che il segretario regionale del Pd non cita, ma che tratteggia con un comunicato coraggioso e netto: “La giunta regionale risponde esclusivamente ai desiderata del presidente e del suo cerchio magico”. Una nota corroborata dalle indiscrezioni. Sarebbero diversi, infatti, i nuovi direttori graditi al senatore. E non a caso, alcuni ex commissari come Mario Zappia, Fabio De Nicola o Angelo Pellicanò erano commissari già ai tempi di Lombardo. Quando il leader dell’Mpa era alleato proprio col Pd. E in particolare con l’area rappresentata proprio da Beppe Lumia, tra i massimi sponsor dell’ex governatore.
Ma tra i direttori generali, qualcuno sarebbe molto vicino anche a Davide Faraone. È il caso del nuovo manager di Villa Sofia, Gervasio Venuti. E guarda caso, Crocetta, in occasione della conferenza stampa nella quale ha sottolineato la portata “rivoluzionaria” di quelle nomine, ha letto una dichiarazione del componente della direzione nazionale del Pd che sostanzialmente offriva un assist al governatore: “Bene sui manager, adesso avanti col rimpasto”. Un’intesa improvvisa e sorprendente. Considerato il fatto che appena pochi mesi fa Faraone dava a Crocetta dello “sciacallo” e il presidente della Regione ricambiava la cortesia attribuendogli l’epiteto di “miracolato della politica”.
Ma il nuovo, strano amore tra Faraone e Crocetta si intreccia nuovamente con la vicenda “a doppio binario” che attiene al rimpasto e alle Europee. In tanti, infatti, in ambienti Pd, sono pronti a scommettere che Faraone spingerà per inserire Lumia nella lista. Un fatto che comporterebbe contraccolpi notevoli in Sicilia, dove l’attuale segretario regionale risulterebbe chiaramente sconfessato. Ma i renziani di Roma si sarebbero spinti persino oltre. Pensando di lanciare Beppe Lumia al posto di uno dei candidati già designati, cioè Marco Zambuto. E accennando anche alla possibilità di “adottare” Nelli Scilabra nella propria area di riferimento in giunta. Un’ipotesi che però sembra scontentare i renziani di Sicilia, che hanno fatto chiaramente riferimento alla possibilità di “pescare” persino tra i parlamentari di Sala d’Ercole. E il malumore riguarda ovviamente i deputati di altre aree del Pd: “Se Crocetta vuole riconfermare Nelli Scilabra, se ne faccia carico lui: il partito sceglie in piena autonomia i propri assessori: la Scilabra sarà indicata se questa sarà la scelta del partito”, dicono due parlamentari a conclusione della riunione della riunione del gruppo di oggi.
Come si esce allora, dall’impasse? La soluzione potrebbe essere sempre legata al nome di Nelli Scilabra. Di fronte al no secco del Pd siciliano a Lumia, infatti, l’area che fa capo al governatore potrebbe chiedere all’assessore un “sacrificio”. La candidatura alle Europee, appunto. Anche per tenere in piedi quella che oggi appare più di una suggestione: l’allargamento ai gruppi politici che sono contigui al Pd (Megafono, Drs e Articolo 4 che però pare volersi smarcare da questo quadro). L’embrione, insomma, del “partito del presidente”. Che aveva già annunciato il proprio sostegno a Beppe Lumia. I Drs di Totò Cardinale, in particolare, che troveranno spazio nella nuova giunta. “La cui nascita non ha niente a che vedere con le liste per le Europee”, ripete il presidente. E lo ribadisce, rendendo surreale la vicenda, persino il diretto interessato: “Bisogna distinguere – ha detto Beppe Lumia – la vicenda delle candidature da quella del rimpasto”. Ma ovviamente, non ci crede nessuno.