Nervi tesi nella maggioranza | Greco: "Scilabra si dimetta" - Live Sicilia

Nervi tesi nella maggioranza | Greco: “Scilabra si dimetta”

Marcello Greco

Il presidente della commissione Lavoro e formazione all'Assemblea regionale siciliana chiede le dimissioni dell'assessore che oggi ha disertato l'incontro a Palazzo dei Normanni. "Il mancato pagamento degli arretrati è vergognoso e costituisce uno scempio per la formazione siciliana”, sottolinea il deputato della maggioranza di centrosinistra.

PALERMO – Si consuma lo strappo fra una parte della maggioranza che appoggia Rosario Crocetta a Palazzo dei Normanni e l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra. Dopo numerose tensioni è il presidente della commissione Lavoro all’Assemblea regionale Marcello Greco a chiedere le dimissioni dell’assessore che oggi non si è presentata in commissione per affrontare la riforma del settore con le parti sociali.

“Per l’ennesima volta – attacca il deputato dei Democratici riformisti – l’organo istituzionale legittimamente eletto dal popolo siciliano, e cioè la quinta commissione dell’Ars, ha subito l’ennesima umiliazione dovuta alla mancata presenza dell’assessore ai lavori odierni per discutere sulla gravissima crisi della formazione siciliana, in conseguenza dell’illegittimo ed inefficace atto assessoriale posto in essere recentemente dalla stesso assessore”. Il deputato messinese eletto nella lista Crocetta, passato prima al Movimento Territorio e poi ai Drs dell’ex ministro Totò Cardinale non risparmia la Scilabra. “La circolare assessoriale mette a rischio i posti di lavoro di circa quattromila dipendenti della formazione. Oggi avevamo chiesto al governo un incontro istituzionale al fine di poter trovare, unitamente alle rispettive parti, un’intesa che partisse in primo luogo dalla sospensione immediata dell’efficacia illegittima della circolare assessoriale, nonché dal pagamento immediato degli stipendi arretrati al personale della formazione”.

Marcello Greco prosegue nel suo affondo rivolto allo stesso governatore: “È inaudito che il governo Crocetta non provveda nel più breve tempo possibile al pagamento degli arretrati spettanti ai lavoratori non mettendo a disposizione personale e risorse umane idonee all’emanazione dei relativi mandati”. All’ordine del giorno sono i circa ottomila mandati di pagamento attesi dai lavoratori. “Serve una task force per consentire lo sblocco dei mandati – prosegue Greco –. Tutto ciò è vergognoso e costituisce uno scempio per la formazione siciliana”. Il parlamentare della maggioranza dunque chiede le dimissioni di Nelli Scilabra: “È doveroso richiedere le immediate dimissioni dell’assessore Scilabra che ha dimostrato con i suoi comportamenti di essere poco rispettosa nei confronti delle istituzioni democratiche elette dal popolo e di quei lavoratori che lei dovrebbe correttamente amministrare. Dispiace che il governatore continui a scivolare su problematiche che hanno bisogno di un nuovo corso hanno di bisogno, mi riferisco alla macelleria sociale che si vuole evitare ma che in realtà è già in atto”. Parole dure dunque che vengono dalla stessa maggioranza di centrosinistra che sostiene Rosario Crocetta.

A stigmatizzare la dura posizione di Marcello Greco sono altre due componenti della commissione Lavoro all’Ars, le deputate democratiche Mariella Maggio e Antonella Milazzo. “Sulla delicata vertenza della formazione professionale la commissione Lavoro dell’Ars ha scelto la strada della rottura con il governo: una strada, questa, che serve solo ad aumentare la tensione. In questa fase bisogna fare ogni passo utile a tutelare innanzitutto i lavoratori”, affermano le due parlamentari.

Mariella Maggio sottolinea infatti che “oggi pomeriggio, proprio mentre a Palazzo d’Orleans era in corso un incontro fra i sindacati di categoria e l’assessore Scilabra, in commissione è stata presentata una risoluzione che non abbiamo votato”. L’ex segretario della Cgil dunque precisa: “Si tratta di un atto strumentale, inopportuno nella parte in cui rischia di fomentare la tensione e far saltare il delicato dialogo in atto fra governo e parti sociali”.


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